TORINO - Siamo all’atto finale. Finale di Champions League, innanzitutto e cronologicamente parlando. Eppoi, a seguire, l’atto finale della... Della... Della cosa? Dell’inchiesta? Indagine? Faida? Vendetta? Reprimenda? Boh, insomma: quella roba lì (a seconda dei punti di vista) imbastita dalla Uefa del presidente Aleksander Ceferin nei confronti della Juventus dell’allora presidente Andrea Agnelli. Ergo della Superlega, dei club “traditori”. Juventus in primis. In principio fu quel comunicato diramato notte tempo (19 aprile 2022) dagli uffici stampa della nascente Superlega. Qualche spiffero era trapelato, più o meno, in giornata. Ma Agnelli - anche in qualità di presidente dell’Associazione dei club europei - aveva rasserenato l’amico fraterno Ceferin: «Tranquillo, ora scrivo una smentita e poi ti richiamo così facciamo poi un intervento congiunto». Manco a dirlo, da lì in poi Ceferin è riuscito a comunicare soltanto con una segreteria telefonica.
L'altro comunicato Superlega
Per poi leggere un altro tipo di comunicato: «Dodici prestigiosi club europei di calcio hanno annunciato oggi congiuntamente un accordo per costituire una nuova competizione calcistica infrasettimanale, la Super League, governata dai Club Fondatori. Milan, Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Barcellona, Inter, Juventus, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham hanno tutti aderito in qualità di Club Fondatori. È previsto che altri tre club aderiranno come Club Fondatori prima della stagione inaugurale, che dovrebbe iniziare non appena possibile». Etc. Etc. I 12 club amici al bar che volevano cambiare il mondo, però, presto si sono ridotti a 6, e poi ancora a tre: Real Madrid, Barcellona e Juventus. Pronti a far valere i loro diritti contro un monopolio del calcio nelle opportune sedi legali.