TORINO - In realtà non è un malanno da Vecchia Signora. La pressione alta colpisce di più intorno ai 40 anni, quando lo stress lavorativo comincia a lavorare ai fianchi, o meglio alle vene o alle arterie. Sta di fatto che la Vecchia Signora - la Juventus - ha iniziato a soffrire di pressione alta: alte sia la minima che la massima. E anche il medico più mediocre sulla faccia della terra non avrebbe difficoltà a individuare le cause. Perché sul mondo Juve da ottobre ad ora, ovvero la bellezza di sei mesi, è piovuto di tutto con l’accavallarsi delle nubi fosche della giustizia ordinaria prima e sportiva poi. Fatale o comunque abbastanza prevedibile che prima o poi gli effetti indesiderati di questa situazione logorante iniziassero a riverberarsi anche sui risultati, frutto di atteggiamenti in campo non in linea con ciò che era lecito aspettarsi.
E solo così si possono spiegare, per esempio, gli approcci utilizzati per affrontare l’Inter in casa, il Sassuolo a Reggio Emilia e l’Inter a Milano. Sfide giocate col freno a mano tirato, anzi tiratissimo, con la squadra mai lucida e pronta ad esprimere la propria aggressività, quasi avvertisse proprio quello stato di pesantezza tipica della pressione alta. Il problema è che in questi restanti 35 giorni della stagione la Juventus si gioca tutto, o meglio tutto ciò che le è rimasto per evitare di chiudere per la seconda annata di fila senza nulla tra le mani.