Buongiorno avvocato Paniz, nelle vesti di presidente dello Juventus Club Parlamento, ha di recente ricevuto una lettera aperta dell’Associazione Nazionale Amici della Juventus che, in estrema sintesi, le chiedeva di intervenire anche a livello politico per fare luce sul trattamento che la Juventus sta avendo da parte della Giustizia Sportiva. Cosa risponde?
«Che il club Parlamento si riunirà il 21 e deciderà i passi da compiere. La prima cosa da dire, tuttavia, è che quell’appello è stato condiviso anche da tifosi di altre squadre che considerano abnorme quanto sta accadendo e, in fondo, un danno anche per loro squadre. I tifosi del Napoli, per esempio, non penso siano contenti di vincere lo scudetto senza vedere la Juventus nelle prime posizioni, ma tagliata fuori da questioni pseudogiudiziarie».
Ha parlato anche con parlamentari di altre squadre?
«Non ho parlato direttamente e in modo ufficiale, ma posso dire che il sentimento comune è quello e tutti riconoscono che non sia il massimo dell’etica, considerato che non ci sono regole generali in materia di plusvalenze, considerare la Juventus colpevole di una violazione che non ci può perciò essere.»
Eppure la Giustizia Sportiva risponde: non è vero, perché esiste l’articolo 4 in cui tutto può ricadere attraverso il concetto di violazione della lealtà sportiva.
«Certo che esiste, ma perché è stato ascritto solo ai dirigenti juventini e non alla società Juventus. Bisogna distinguere le due posizioni, perché, se un dirigente commette irregolarità, può essere giusto punirlo, ma meno giusto è punire il club se non ha responsabilità diretta, perché così vengono puniti milioni di tifosi, gli azionisti e financo i giocatori. E poi non ci sono i presupposti giuridici per l’applicazione dell’articolo 4. Perché la violazione, in questo caso l’utilizzo delle plusvalenze, non esiste perché dovrebbero essere regolamentate da una normativa che in realtà non c’è: se si vuole punire una squadra per averle sfruttate, doveva esserci una norma che impediva di sfruttarle. Ed anche per l’articolo 4 serve una violazione oggettiva e riconosciuta da una norma».