Calendario Juventus, dal Monza al Nantes: è un mese da non fallire

Lo Stadium per ripartire: tra Coppa Italia e campionato cinque partite su sei si giocheranno a Torino

TORINO - Cinque compresse di Stadium, non per forza ore pasti. La Juventus si affida al fattore campo quale medicina per derubricare in fretta la trasferta di Napoli a sporadico, seppur doloroso, mal di testa e non far diventare cronico il problema. Per un ghiribizzo del calendario, infatti, all’indomani della sonora batosta del Maradona, gli uomini di Allegri affronteranno davanti al pubblico amico cinque delle prossime sei partite in programma. Non soltanto l’impegno di giovedì contro il Monza in Coppa Italia, divenuto se possibile ancor più centrale dopo che – dal sogno -4 alla realtà -10 – le possibilità di tricolore si sono drasticamente e ulteriormente ridotte al cospetto della capolista guidata da Spalletti. Perché, a seguire, i bianconeri disputeranno a Torino tre turni di Serie A su quattro: l’Atalanta domenica, poi lo stesso Monza e quindi la Fiorentina, con in mezzo la sola trasferta contro la Salernitana. E poi ancora. Già, perché – quattro giorni dopo la sfida ai viola di Italiano – sarà tempo di tornare ad assaporare il profumo d’Europa, anche se il nuovo contesto bianconero si chiama Europa League e non Champions League. Un cammino da inaugurare, nei sedicesimi di finale, al cospetto del Nantes, rigorosamente con la gara d’andata ancora in casa.

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Meno viaggi

Il filotto ravvicinato di impegni allo Stadium – ben cinque in ventotto giorni – si configura così come la ricetta cui Allegri dovrà necessariamente aggrapparsi per restituire piena salute alla sua squadra. Sotto il profilo dei risultati, inaugurando magari una nuova striscia di vittorie alla stregua di quella interrotta a Napoli dopo otto acuti. E sotto quello dell’infermeria, sfruttando i pochi viaggi per accrescere la qualità del lavoro alla Continassa e per anticipare – chissà – il ritorno almeno in panchina di qualche stella ancora eclissata. E qui, da Pogba in giù, l’elenco è corposo. E contempla anche quel Vlahovic che, con il manto erboso dello Stadium, vanta vibrazioni decisamente positive: le sue sette reti stagionali in bianconero sono infatti arrivate tutte a Torino, sei all’Allianz e l’unica in trasferta nel derby al Grande Torino. Una semplice casualità, magari. L’evidenza di un solido feeling con l’ambiente, di certo, con i tifosi che avevano approcciato il nuovo campionato vedendo il bomber serbo siglare quattro centri nelle prime tre gare casalinghe.

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Un altro pienone

E proprio il calore del popolo bianconero può rappresentare un’altra chiave di volta per archiviare in fretta la fragorosa caduta partenopea. Se i successi a ripetizione erano tornati ad accendere nei sostenitori la fiammella del sogno rimonta, con tanto di tutto esaurito nell’ultima recita contro l’Udinese, al contempo ora il 5-1 di Napoli dovrà essere metabolizzato senza innescare l’effetto opposto. E quindi un raffreddamento generale e un calo di decibel che andrebbero in controtendenza anche con gli ultimi appuntamenti a Torino del 2022, quando l’arrivo di Psg e Inter aveva generato il pienone e la gara con la Lazio aveva fatto registrare quasi 39mila spettatori. Per una carica d’entusiasmo che ha giocato il proprio ruolo nel tambureggiante finale contro i friulani in cui era maturato il gol-partita di Danilo o, in precedenza, nei successi proprio su nerazzurri e biancocelesti arrivati al termine di prestazioni convincenti.

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Ruolino super

E che sia stato finora convincente il ruolino di marcia della Juventus a domicilio, soprattutto, lo certificano i numeri. Quelli che raccontano dei 23 punti raccolti in campionato sui 27 disponibili, frutto di un cammino composto da sette vittorie e soli due pareggi. E che pareggi: l’1-1 con la Roma che a caldo aveva fatto pulsare la vena di MourinhoAbbiamo avuto culo, alla squadra ho detto che mi vergognavo di loro») e il 2-2 con la Salernitana che ancora urla vendetta per il gol di Milik allo scadere annullato senza logica. Nella speciale graduatoria soltanto il Napoli ha raccolto due punti in più in casa, mentre in trasferta – nello stesso numero di partite – la Juventus ha collezionato appena 14 punti. Cifre che evidenziano quanto sia importante, all’indomani del Maradona, non aprire a eccezioni nel fortino dello Stadium.

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TORINO - Cinque compresse di Stadium, non per forza ore pasti. La Juventus si affida al fattore campo quale medicina per derubricare in fretta la trasferta di Napoli a sporadico, seppur doloroso, mal di testa e non far diventare cronico il problema. Per un ghiribizzo del calendario, infatti, all’indomani della sonora batosta del Maradona, gli uomini di Allegri affronteranno davanti al pubblico amico cinque delle prossime sei partite in programma. Non soltanto l’impegno di giovedì contro il Monza in Coppa Italia, divenuto se possibile ancor più centrale dopo che – dal sogno -4 alla realtà -10 – le possibilità di tricolore si sono drasticamente e ulteriormente ridotte al cospetto della capolista guidata da Spalletti. Perché, a seguire, i bianconeri disputeranno a Torino tre turni di Serie A su quattro: l’Atalanta domenica, poi lo stesso Monza e quindi la Fiorentina, con in mezzo la sola trasferta contro la Salernitana. E poi ancora. Già, perché – quattro giorni dopo la sfida ai viola di Italiano – sarà tempo di tornare ad assaporare il profumo d’Europa, anche se il nuovo contesto bianconero si chiama Europa League e non Champions League. Un cammino da inaugurare, nei sedicesimi di finale, al cospetto del Nantes, rigorosamente con la gara d’andata ancora in casa.

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