TORINO - Ripensando al campionato 1994-95, quello in cui la Juve riconquistò lo Scudetto dopo 9 anni, la prima partita che balza alla mente della maggior parte dei tifosi bianconeri è la vittoria sulla Fiorentina del 4 dicembre, con la doppietta di Vialli e la magia di Del Piero a ribaltare lo 0-2 per i viola. Normale, perché quella sfida segnò una svolta nella stagione e lo sbocciare definitivo della Juve di Lippi. Prima, però, c’era stata un’altra partita sicuramente meno emozionante e meno ricordata, ma forse altrettanto importante: la stessa partita che si giocherà domani, Cremonese-Juventus. Quella sfida, la penultima giocata dai bianconeri allo Zini e l’ultima vinta nello stadio della Cremonese (poi c’è stato un 3-3 il 21 gennaio 1996) sancì la rinascita, o forse la nascita, del Vialli juventino. Arrivato nel 1992, la sua prima stagione non era stata esaltante ma si era comunque conclusa con la vittoria della Coppa Uefa, mentre in quella successiva, tormentata dagli infortuni, aveva giocato appena 12 partite. I 4 gol segnati nelle ultime tre giornate di campionato facevano ben sperare, ma nelle prime sei di quel campionato 1994-95, il primo con Lippi in panchina ne aveva realizzato uno solo.
Tutto rovesciato
Poi arrivò la trasferta di Cremona, dove la Juventus doveva riscattare la sconfitta di una settimana prima a Foggia. E arrivò il 39° minuto, quando si innescò la reazione chimica tra le qualità tecniche, fisiche e mentali di Vialli e il lavoro psicologico con cui Lippi aveva pazientemente ricaricato il campione in crisi di identità, che prima dell’inizio della stagione gli aveva anche chiesto di lasciarlo tornare alla Samp. Una reazione chimica esplosiva, come il salto con cui Vialli, spalle alla porta appena dentro l’area, salì in aria a rovesciare un cross di Marocchi alzato di testa da Ravanelli: coordinazione perfetta e tiro potente che entra in porta dopo aver colpito la parte bassa della traversa. Con quella rovesciata Vialli ribaltò anche la sua storia juventina: in quel campionato segnerà altri 15 gol, chiudendo a 17, e lo Scudetto sarà il trampolino verso la Champions sollevata nel cielo di Roma il 22 maggio 1996. Tornando a Cremona, quella rovesciata da sola non sarebbe bastata a vincere, visto il gol di Giandebiaggi all’80’. Quattro minuti dopo il capolavoro di Vialli, però, ne aveva dipinto uno de suoi anche Roberto Baggio, che scattato su un filtrante di Ravanelli aveva aggirato il portiere grigiorosso Turci con un tocco d’esterno destro e poi aveva infilato in porta da posizione defilata. Così la rete nel finale del centrocampista della Cremonese era servita solo ad accorciare le distanze e la Juve si era presa tre punti. Come proverà a fare domani, magari dedicandoli a Vialli e alla partita ben più importante che sta giocando ora contro la malattia.