Affamato di fiducia
Un suo dirigente lo spiegava benissimo: «Quando le cose vanno bene, il Pipa è gasato, gioca alla grande, mette in difficoltà qualsiasi difesa. Quando le cose vanno male, il Pipa si innervosisce, si deprime, si spaventa, si eclissa in partita. È una questione di fiducia, per lui è come la benzina per una macchina, senza non va avanti. L'allenatore, i compagni e i dirigenti devono fargliela sentire in continuazione, per tenerlo su». E alla Juventus è andata spesso così: i compagni gli hanno sempre voluto bene e Allegri lo ha gestito con consapevolezza. Quando è arrivato Ronaldo, però, sono iniziati i problemi grandi. Il passaggio al Milan e al Chelsea (sei mesi da una parte e sei dall'altra) hanno ulteriormente sballottato il Pipita, che al ritorno in bianconero è riuscito ancora a segnare gol importanti e belli, come quasi sempre sono stati i suoi gol, ma avvitandosi intorno alle sue incertezze alle prime difficoltà.
L'uomo e il campione
Chi afferma che Higuain abbia vinto poco forse dovrebbe farsi un giro sulla pagina Wikipedia a lui dedicata e contare i 6 campionati vinti (3 con il Real e 3 con la Juve) e le 4 Coppe Nazionali, oltre all'Europa League con il Chelsea e una finale Mondiale persa con la maglia dell'Argentina. Chi afferma che Higuain abbia vinto meno di quanto potesse vincere, compreso un Pallone d'Oro, non va troppo lontano dalla verità. Ma se dentro ogni campione c'è sempre un essere umano, Higuain è stato un essere umano con dentro un campione.