Juve-Barcellona da Superlega: molto più di un'amichevole

I bianconeri sfideranno i blaugrana mercoledì 27 luglio a Dallas (ore 2.30 in Italia). Sullo sfondo il lavoro dei presidenti Agnelli e Laporta con Perez, discusso anche a tavola

LOS ANGELES - Sarà decisamente moooolto, amichevole, la sfida in programma a Dallas tra Juventus e Barcellona domani (che in Italia diventa in realtà mercoledì alle 2.30). Per carità, bene inteso: chi scenderà in campo avrà voglia zero di uscirne con una sconfitta. Ma chi starà in tribuna - quelle vip, riservate ai dirigenti delle due squadre - avrà modo di condividere comunque, a prescindere dal risultato finale, la soddisfazione di aver manifestato una volta di più un rapporto ed una comunione di intenti che pare ormai consolidata. Il pranzo di lunedì scorso, a Las Vegas, cui hanno preso parte il presidente bianconero Andrea Agnelli, il presidente blaugrana Joan Laporta e il presidente blanco Florentino Perez evidentemente non è passato inosservato. Non è stato una sorpresa, però. Anzi, era nell’aria - e sulle pagine dei giornali - che la contemporanea presenza dei tre top club europei in Nevada in occasione della Soccer Champions Tour potesse diventare occasione per questa “trilaterale calcio-gastronomica” che ha intervallato le sfide Juventus-Chivas e Real Madrid-Barcellona.

In un ristorante nelle vicinanze dell’Allegiant Stadium, i tre numeri uno hanno avuto modo di salutarsi, chiacchierare, commentare i rispettivi colpi di mercato (da Tchouameni e Rudiger a Pogba e Lewandowski passando per la cessione di De Ligt: i topic non mancavano), nonché - soprattutto - di tornare a ragionare sui comuni interessi e la voglia di portare il calcio ad un nuovo livello di sostenibilità e spettacolarità che oltrepassi l’attuale modello Uefa collocandosi sulla scia e nell’esempio proprio del modello delle Leghe sportive americane. Tra i temi di riflessione può indubbiamente aver fatto capolino la recente notizia circa l’indagine aperta - secondo quanto riferisce il Wall Street Journal - dal Dipartimento di giustizia americano su possibili violazioni delle norme antitrust da parte della Pga: l’organizzazione che cura i principali tour di golf negli Stati Uniti aveva infatti deciso di sospendere 17 giocatori per aver scelto di competere nel torneo della rivale Liv a giugno.

Vien da sé che il contesto riporti alle vicissitudini calcistiche europee che vedono protagoniste la Uefa e i club fondatori della Super League: partiti in 12 e rimasti appunto in tre dopo la resa delle inglesi Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham; dell’Atletico Madrid; dell’Inter e del Milan. Juventus, Barcellona e Real Madrid invece non mollano il progetto Super League. E continuano a ragionare sul daffarsi. In attesa di capire gli sviluppi da tribunale (a breve nuove udienze, il 15 dicembre si esprimerà l'avvocato generale e si saprà qual è la nuova tendenza) tanto vale concentrarsi sulle prospettive che possono aprirsi anche fuori dall’Europa e sui cui si potrà comunque continuare a lavorare.

Anche e proprio in quest’ottica è da leggere il fatto che i tre club in questione abbiano ancora una volta scelto di andare a giocare negli Stati Uniti, in alcune tra le città più iconiche ed emblematiche. Sanno bene che il mercato e le opportunità sono in espansione. Agnelli è volato negli Stati Uniti ancor prima che partisse la squadra, accompagnata dal vice presidente Pavel Nedved. Si è poi aggregato ai bianconeri a Las Vegas, dove ha seguito in tribuna il debutto della squadra contro i messicani del Chivas Guadalajara. Ed è rimasto nella capitale del Nevada proprio per incontrare gli altri presidenti mentre la comitiva juventina si è spostata a Los Angeles. Sono attesi negli States anche l’ad Maurizio Arrivabene e l’uomo mercato Federico Cherubini.

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