Fabio Miretti, cosa significa essere stato convocato nell’Under 21 e come si è trovato negli schemi del ct Paolo Nicolato al primo allenamento?
«Ovviamente ogni volta che si viene chiamati in Nazionale è un onore e a maggior ragione con l’Under 21 per uno come me che sono sotto età. Non posso che essere strafelice per questa convocazione. Il mister sta cominciando a conoscere il mio modo di giocare e nelle sedute ho avuto un’ottima impressione iniziale, vediamo cosa riuscirò a trasmettergli negli allenamenti. Io sono ovviamente disponibile a giocare in qualsiasi ruolo a seconda di quelle che saranno le sue esigenze. Non ho pretese, ci mancherebbe altro».
In questa stagione, nella parte finale, è arrivata anche la prima squadra della Juventus dove ha giocato in tutti i ruoli del centrocampo. In quale crede di potersi esprimere al meglio?
«Il mio ruolo ideale penso sia la mezzala ma mi trovo bene anche a fare il mediano o il trequartista come mi è capitato di fare con la Nazionale Under 19. Mi trovo bene a fare qualsiasi ruolo a centrocampo».
Che emozioni le ha regalato l’esordio in Serie A in bianconero?
«Sicuramente da quando ho iniziato ad allenarmi stabilmente con la prima squadra sono cresciuto molto. Ho avuto la fortuna di fare alcune partite da titolare ed essendo un tifoso cresciuto nel settore giovanile juventino è stata un’emozione indescrivibile giocare con la squadra del mio cuore. Stare con campioni di questo livello mi ha permesso di crescere tantissimo sia dal punto di vista tecnico che come persona. Per cui è stato un percorso che mi ha aiutato molto».
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Ha vissuto anche l’esperienza dello stage a Coverciano con Mancini, cosa le ha lasciato?
«E’ stata una bella esperienza, mi ha fatto piacere che il ct mi abbia convocato anche se poi di fatto ho vissuto un solo giorno. Abbiamo fatto una partitella undici contro undici, una sfida di livello perché tutti i calciatori erano bravissimi».
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Cosa le ha dato in più Allegri?
«MI ha dato tanti spunti su cui lavorare. Sia dal punto di vista tecnico ma soprattutto nella fase difensiva che è un fattore su cui posso ancora migliorare tanto. Allegri e il suo staff mi hanno fatto capire quanto sia importante che io riesca a crescere in quel settore».
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È vero che i giovani italiani sono un po’ indietro rispetto ai coetanei degli altri Paesi?
«Non saprei, ma non credo. In Under 19 stiamo facendo un bel percorso. Forse all’estero fisicamente sono un po’ più preparati».
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Un aggettivo per questa stagione?
«Entusiasmante. Per gli adattamenti che ho dovuto fare nelle diverse squadre. E poi è stato stimolante giocare con persone nuove che sono diventati amici».