Al di là del piano-Pjanic, che può andar sano e lontano a prescindere e che però viaggia su binari paralleli (se non subordinati). Le energie bianconere restano focalizzate su Manuel Locatelli. La primissima scelta per il centrocampo è lui e il responsabile del mercato juventino Federico Cherubini - pur senza fare follie e spendere cifre fuori mercato - è deciso a fare il possibile e a giocarsi tutte le sue carte allo scopo di giungere ad una fumata bianca. Già tocca fare i conti - in casa Juventus - con il rammarico di non averci puntato forte già l’anno scorso (vuoi per volontà vuoi anche e forse soprattutto per impossibilità), ci manca pure l’idea di veder sfumare l’operazione adesso. E definitivamente. Non va bene. I motivi per insistere sono vari e variegati: partono dalle qualità e delle caratteristiche del centrocampista neroverde (proprio ciò che manca, ora, alla Juventus e ciò che cerca, Allegri, per la Juventus) e arrivano alla giovane età del giocatore, 23 anni appena nonostante una discreta serie di quelle esperienze già vissute di discese ardite e di risalite che fanno tempra. E poi attenzione, tra le skills del caso, ad una italianità ricercatissima in casa Juve dopo le ultime vicissitudini: e non è sovranismo, sia chiaro, ma la consapevolezza che uno zoccolo duro nostrano - nato e cresciuto tra certi campanilismi e sfide del passato - è in grado di trasmettere ai compagni che arrivano da altre realtà certe sfumature e certi stimoli di carica agonistica che possono fare la differenza sia in quei duelli da storiche rivalità sia in certe sfide con realtà meno blasonate. Affiancare Locatelli ai vari Bonucci, Chiellini, Chiesa, Bernardeschi... non dispiacerebbe.