Allegria alla Continassa. Facce distese, tifosi festanti e voglia di ricominciare presto, nonostante ciò significhi la fine delle brevi vacanze estive. Quanto è diverso il clima per il ritorno di Massimiliano Allegri sulla panchina della Juventus rispetto all’estate del 2014, quando l’allenatore fu accolto superficialmente come un “nemico” per i trascorsi milanisti e per avere osato prendere il posto di Antonio Conte, un tempo eroe assoluto della curva, simbolo e capitano.
In mezzo è accaduto di tutto: cinque scudetti, quattro coppe Italia, due finali di Champions, l’esonero da vincente e due anni strani in cui abbiamo capito che il calcio non è solo questione di risultati. La Juve di Sarri e di Pirlo si è comunque portata a casa altri tre titoli nazionali, numeri che di norma servono a confermare gli allenatori, ma allo stesso tempo la società ha indebolito la posizione e l’immagine internazionale. Per un progetto a lungo termine, il mister deve essere anche un manager, stratega e visionario, autorevole, ma non ossessivo. In Italia ci sono soltanto tre allenatori top: uno, Roberto Mancini, allena la Nazionale; il secondo, Antonio Conte, è bravissimo ma con il limite del carattere eccessivamente performante e nevrotico; il terzo è Massimiliano Allegri. Richiamarlo è stato tanto intelligente quanto folle mandarlo a casa.
Max sa che la sfida è difficilissima e andrà affrontata in discontinuità, con altro spirito rispetto al quinquennio magico. Troverà un mix di vecchie conoscenze, in particolare Bonucci e Chiellini rinfrancati e ringiovaniti dall’Europeo, lo strepitoso Federico Chiesa, De Ligt da rilanciare, Rabiot da decifrare, ci sarà da scegliere, da sfoltire, da comprare anche se Cherubini ha già annunciato che acquisti se ne faranno pochi e ci si dovrà aggiustare con ciò che c’è in casa. Troverà, molto probabilmente, Cristiano Ronaldo che ha segnato centouno gol e si è fatto la fama di mangiaallenatori come mai accaduto nella carriera. L’uomo, oltre al campione, è intelligente, vuole essere al meglio per il Qatar e lasciare un’altra traccia importante nella storia bianconera.
Nel frattempo, a Torino è tornata l’allegria, o se preferite l’Allegrimania. Capello cortissimo, forma fisica eccellente, Max insegue l’obiettivo, neppur così lontano, di diventare l’allenatore più vincente nella Torino che conta. Chi ama il calcio e la Juve lo attendeva speranzoso.