Valerio Staffelli: “Un Tapiro per Cristiano Ronaldo”

Da 25 anni l’inviato di “Striscia la Notizia” è tra i più temuti personaggi della televisione, ma anche da quelli del calcio: “Prima o poi lo consegnerò anche a Ronaldo... succederà, ne sono sicuro! Il più simpatico? Cassano: ne ha avuti ben 15!”

MILANO - E’ l’uomo dei Tapiri. Inutile cercare di evitarlo, scappargli è impossibile. Valerio Staffelli ti trova sempre. E’ lui ormai da 25 anni l’inviato di Antonio Ricci più temuto dai personaggi della televisione ma anche da quelli del calcio. Il Tapiro non è per tutti. Te lo devi meritare. «Devi finire sulla bocca della gente al bar, di chi non può davvero credere che sia successo e invece…». Un premio che ha fatto il giro del mondo, che ha fatto parlare chiunque, ha reso il sorriso a chi l’avevo perso. Un premio che ha fatto fare figuracce e che ha fatto girare la testa a uffici stampa imbarazzati, guardie del corpo raggirate. «In 25 anni tutti conoscono il Tapiro, tutti sanno che facciamo ironia, scherziamo su quello che è successo. Poi capita a volte che una persona abbia una giornata storta, dica le sue cose, lo faccia a denti stretti. Ci sta. E’ il gioco delle parti». E poi c’è chi il Tapiro non se lo vuole portare a casa. E’ successo con Zlatan la prima volta, con Josè Mourinho, è capitato anche a Papu Gomez. «Questo è il nostro lavoro, arrivare quando uno meno se lo aspetta, fare domande non concordate e aspettare la reazione». Poi ognuno si comporta come meglio crede. Lui, l’inviato in prima linea da più di vent’anni non se la prende, quasi mai. La consegna più dolorosa? Non c’entra con il calcio e nemmeno con lo sport. «Fu quella nel 2003 a Fabrizio Del Noce. Un direttore di Rai 1, che in un ristorante pieno di gente, alle presenza di fotografi e telecamere abbia il coraggio di spaccarti il naso tirandoti il tuo microfono che ti aveva rubato tra le mani in faccia è stato clamoroso e anche doloroso. Questo mi ha aperto tutta una serie di possibilità che prima non prendevo in considerazione. Quando incontri qualcuno e gli consegni un premio satirico e gli fai delle domande non concordate ovviamente può succedere di tutto. Ci può stare, mettiamo in conto tutto ormai, da anni…».

Dica la verità Valerio un po’ ci rimane male quando non lo vogliono ritirare?

«Ci sta che una persona non voglia rispondere, è legittimo però mi piace l’educazione. Io faccio domande, cerco di avere risposte divertenti, non sempre ci riesco. Lo faccio in maniera garbata da 25 anni. Non ci rimango né male, né bene. Certo mi diverto di più se dall’altra parte c’è qualcuno che apre la bocca e possiamo scherzare».

Lo sportivo più simpatico?

«Antonio Cassano da sempre, ma anche Zlatan è uno che sta al gioco. Sono i due più forti. Zlatan è ironico, Antonio è così come lo si vede…».

Cominciamo da Antonio Cassano?

«Un vero numero uno. Tutto è iniziato a Roma, in un bar, con una consegna turbolenta. L’abbiamo inseguito a lungo, con lui che non rispondeva, con i suoi amici che lo proteggevano, noi siamo andati avanti a fare domande fino a quando non l’hanno portato via. Dopo quella consegna il Tapiro dopo l’ha preso con maggiore ironia e da lì in avanti ci sono delle perle di Cassano durante tutte le consegne. Antonio così com’era in campo, così è anche nelle consegne. E’ il pluridecorato nell’ambito calcistico con 15 Tapiri. Un bel record…».

Ibrahimovic è arrivato da poco a quota 8...

«Con Zlatan tutto è cominciato anni fa, la prima consegna non fu semplice. Ci fu un corpo a corpo con le persone che volevano proteggerlo, nel ristorante in cui lui stava mangiando e poi lui se ne andò, ci fu un parapiglia. Poi da quel giorno ci siamo capiti, le consegne avvengono in maniera normale, con tanta ironia anche da parte sua. Un professionista deve anche capire che può arrivare qualcuno che possa fargli delle domande non concordate e scomode e ironizzare su quello che è successo, ci può stare, fa parte del gioco delle parti. Lui per fortuna l’ha capito da tempo».

Già che ci siamo le chiedo anche di Mario Balotelli.

«Quella della maglia del Milan indossata ai tempi dell’Inter la considera un perla. Sapevamo che sarebbe stato il suo sogno, gli abbiamo preparato la maglietta poi lui se l’è voluta mettere. Da lì è nato un disastro con l’Inter, con i tifosi, siamo diventati dei molestatori ma non è così…».

Le facce che non scorderà mai?

«Un Conte attapirato come l’ultima volta in macchina raramente l’ho visto. Ma anche Paolo Maldini. Erano nella stessa condizione, erano al limite della reazione in quel momento. Si sono trattenuti, hanno risposto alle nostre domande, hanno ritirato il premio ma avevano davvero due facce…».

Ci aveva provato anche con Josè Mourinho...

«Fu un inseguimento epico che partì da Appiano Gentile e transitò in Svizzera fino poi far ritorno davanti a casa di Mourinho. Ricordo ancora la scena: Arrivammo a Chiasso, Mourinho tirò fuori la faccia, salutò i doganieri, lo riconobbero e lo fecero passare, io ero nella macchina dietro, aprì il finestrino, salutai, mi riconobbero e fecero passare anche me. Una volta a Lugano tornò indietro senza mai fermarsi fino a casa sua. Rifiutò il tapiro e finì lì».

Lei sarà il tormento degli uffici stampa delle società?

«Siamo il loro terrore perché arriviamo quando meno se lo aspettano e temono che i calciatori o allenatori abbiamo detto cose fuori posto. Ma questo è il nostro schema vincente e non lo cambiamo».

All’appello manca ancora Cristiano Ronaldo?

«Prima o poi capiterà anche a lui… Succederà, ne sono sicuro!».

Il Tapiro d’Oro che vorrebbe consegnare?

«Ho attapirato Maradona, ora mi mancherebbe solo Pelè. Se Edson Arantes do Nascimento ne combina una vado anche da lui…».

Li ha consegnati a Massimo Moratti, a Luciano Moggi ma oggi il presidente più attapirato chi è?

«Il Viperetta (Massimo Ferrero, ndc) è un nostro bel cliente di Striscia, un altro bel soggetto… E’ un personaggio con cui si può scherzare e non si tira mi indietro».

Siamo arrivati quasi alla fine, dica la verità, non si è ancora stancato di consegnare Tapiri?

«No perché è troppo divertente, un lavoro che ti diverte tutti i giorni non è un lavoro è un piacere. Poi Ricci è un grande mattacchione, interfacciarmi con lui è una delle cose più belle di questo mestiere. Ogni giorno hai un’opportunità diversa. Cercare di far ridere e divertire la gente con quello che succede è una grande fortuna se poi lavori con un maestro come Antonio sei ancora più fortunato».

Se il suo Milan non dovesse vincere lo scudetto è da Tapiro?

«Fare il tapiroforo e dire che sei tifoso del Milan è complicato ma se lo perde all’ultima giornata magari sì…».

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