Un altro giorno è andato e Gonzalo Higuain resta un giocatore «messo da parte». Andrea Pirlo ha parlato, Pipita ha preso atto della situazione e il fratello Nicolas si sta guardando intorno a caccia della migliore destinazione possibile. Un club, cioè, che punti con decisione su un attaccante da 66 reti in 149 partite in tre stagioni di Juventus, con punte di goduria piena condivise con la tifoseria bianconera - non solo nei due leggendari incroci con l’Inter in campionato - e un calo evidente palesato nel corso dell’ultima stagione. Generoso sì, l’argentino, quanto alla partecipazione alla manovra, ma molto meno perforante nel tentativo di riempire l’area di rigore.
Lo scenario
E ora che succede? Accade che il mercato attorno a Higuain non sia fermo, però fatichi terribilmente a decollare. E’ vero, qualcosa s’intravede in Premier League (West Ham e Newcastle hanno sondato il terreno, anche se la breve esperienza al Chelsea non è precedente che invogli a un eventuale bis) ma un po’ la mancata insistenza dei club coinvolti e un po’ la resistenza del Pipita a lasciare Torino senza avere in cambio un adeguato riconoscimento dal punto di vista economico impediscono che la sua cessione subisca un’accelerata. Si esclude, fosse solo per le intenzioni del calciatore, un ritorno a casa, al River Plate che fu suo, né le piste statunitensi sembrano gradite a Gonzalo. In Italia la Fiorentina ha coltivato un pensierino, ma l’ingaggio da 7,5 milioni netti più bonus è un freno. Con la Juve si discuterà della rescissione del contratto annuale, mentre Pipita continua a chiedere una consistente buonuscita.