Il calcio si è fermato per due mesi. Cristiano Ronaldo no. Da lunedì CR7 è di nuovo a Torino, in quarantena, ma alla ripresa con la Juventus si presenterà lanciato, come suo solito. Merito dei programmi individuali svolti nei quasi sessanta giorni trascorsi nella sua Madeira, nei primi tempi poco colpita dall’emergenza sanitaria, ma anche di un ragazzo di 18 anni di nome Filipe Gonçalves che da un giorno all’altro è diventato il portiere di riferimento del giocatore più forte del mondo. «È avvenuto davvero tutto all’improvviso – racconta il portiere dell’Under 19 del Nacional de Madeira – tanto che ancora adesso, se ci penso, non mi sembra vero».
Ci svela un aneddoto?
«Cristiano mi ha stupito in positivo sotto tanti punti di vista. Dopo il terzo allenamento, quando ha capito che per Hugo sarebbe stato l’ultimo perché tornava a Lisbona, lo ha inseguito per ringraziarlo e gli ha fatto anche un regalo. E lo stesso ha fatto con me. Però...».
Però…
«Vi posso assicurare che il regalo più bello e inimmaginabile, e che vale più di qualsiasi altra cosa, è stato poter allenarmi con il mio idolo. Un sogno. In quel periodo ho anche compiuto gli anni e mia mamma, grazie all’amicizia con un conoscente di Ronaldo, a sorpresa mi ha fatto trovare una maglia del Nacional con il suo autografo».
Come ha trovato Cristiano Ronaldo a livello di condizione?
«È in gran forma, si è allenato tantissimo a Madeira Quando è andato via il mio collega Hugo, ha iniziato a lavorare con noi un altro mio compagno, Pedro Andrade. Lui non è un portiere, è un giocatore da ultimo passaggio o cross. Diciamo che provava a servire Cristiano un po’ come fanno alla Juve Pjanic, Dybala...».
Avete parlato di Juventus?
«Certo. Mi è sembrato moto felice della sua esperienza in Italia, a Torino e in modo particolare di giocare nella Juventus. Mi ha detto più volte che il club è molto grande, organizzato e ha una enorme ammirazione per i tifosi bianconeri, che tengono tanto a lui».
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