La soluzione del problema è molto semplice: non esistono problemi. Dicono: Aaron Ramsey nella Torino bianconera non si è ancora visto in tutta la sua pienezza di centrocampista completo, offensivo o difensivo a seconda dei momenti della partita. Difficile sostenere il contrario, tutto sommato, perché alle prime luci - con tanto di gol segnato al Verona il 21 settembre 2019, quindi esattamente un girone fa - hanno fatto seguito le ombre. Troppe per chi critica e non sa aspettare, al punto da mettere in discussione la bontà di un affare da soli 3,7 milioni di oneri accessori, con cartellino acquisito gratis e un ingaggio non indifferente ma in linea con i parametri di un top club: otto milioni, bonus inclusi. La verità è un’altra e gli spifferi che giungono dalla Continassa lo confermano: c’è tutto un lavoro di modellatura che lo staff di Maurizio Sarri sta operando sul centrocampista gallese. Per conseguenza, vietati gli allarmismi, tanto più che con l’approssimarsi della Champions League il fatto di poter contare su un giocatore vicino alla condizione ideale conta più di ogni altra cosa.
Questa sera, se non cambierà idea rispetto a quanto provato ieri prima di partire per Verona, Sarri costringerà Ramsey a riaccomodarsi in panchina. Sarebbe la quarta di fila - ultima presenza dell’ex Arsenal da titolare il 19 gennaio contro il Parma - ma non cambierebbe di una virgola il concetto di base: sul prato del Training Center Juve si sta facendo di tutto per riportare il centrocampista alla perfetta forma, nonostante il destino si sia spesso accanito sui suoi muscoli. E quel “tutto” di cui sopra porta dritti dritti a una nuova maglia da titolare, che presto verrà.
Leggi l'articolo completo su Tuttosport