La Juventus di ieri non è stata bellissima e non ha neppure risolto alcuni dei problemi ricorrenti di questa stagione. Ma se la Juventus gioca così le restanti 16 partite di campionato ne perderà pochissime e, dopo lo svarione di Napoli, torna a essere la candidata più logica e più dotata per lo scudetto. Perché quella contro la Fiorentina è una vittoria netta, anche se la squadra di Maurizio Sarri ha avuto bisogno di due rigori per dare al risultato la forma che aveva assunto la partita, in cui la Juventus ha avuto un sostanziale predominio, pur senza riuscire a concretizzarlo come dovrebbe. Nel primo tempo, per esempio, si consuma il pradosso di un possesso palla del 78% e di una permanenza stabile dei bianconeri nella metà campo viola, ma la Fiorentina in due sporadiche ripartenze riesce a collezionare una grande occasione (tacco di Chiesa e paratona di Szczesny al 23’) e un insidioso tiro di Lirola (22’). Quello che manca alla Juventus, e qui veniamo a una delle cronicità della squadra, è la velocità nel far girare la palla nella trequarti viola, elemento indispensabile quando si gioca contro una difesa così ostinatamente bassa e che chiude con grande attenzione ogni fessura. Ci aveva provato, Sarri, ad aprire la Viola con Douglas Costa, che regala ampiezza al fronte d’attacco juventino e crea scompiglio nella difesa viola, ma le sue giocate, spesso in gustosa collaborazione con Cuadrado, non vengono sfruttate a dovere. Inoltre, Bentancur è spesso al posto giusto e al momento giusto, Rabiot ci mette fisico e piedi, Pjanic opera con furbizia fra le linee, ma tutto quello che fanno è sempre un filo meno veloce di quanto dovrebbe essere per sorprendere la Fiorentina. Ma la difesa a oltranza della Viola, alla fine, produce il primo penalty (Pezzella respinge di mano un tiro di Pjanic destinato in porta), così con la trasformazione perfetta di Ronaldo, la Juventus passa in vantaggio. La ripresa viaggia su binari analoghi al primo tempo: la Juventus manovra, sfruttando qualche spazio in più, la Fiorentina ci prova con rapide incursioni (il tiro di Benassi al 62’ è la cosa migliore). Higuain si vede parare miracolosamente un tocco sotto porta, poi lascia spazio a Dybala (non senza mostrare disappunto) che non cambia l’inerzia della partita, la cui svolta definitiva arriva con il secondo, contestato, rigore per il fallo di Ceccherini su Bentancur: è l’80’ e Ronaldo chiude la partita, sigillata al 91’ dalla bella inzuccata di De Ligt. Con un risultato che, al netto delle polemiche, sembra decisa più dalle differenti forze in campo che dalle decisioni dell’arbitro.