La tempistica è perfidamente infelice, perché lo schiaffo Champions rimbomba ancora nelle orecchie del popolo bianconero e la festa scudetto risulta un po’ asincrona rispetto all’umore generale. Tuttavia Massimiliano Allegri ha ragione quando incita i tifosi alla gioia e ai festeggiamenti, perché il malumore di questi giorni di cupo rimuginare non può distogliere l’attenzione da ciò che conta veramente. Vale, quindi, la pena tenere presente tre punti.
Primo: se la Juventus vincesse l’ottavo scudetto consecutivo compierebbe un record difficilmente eguagliabile e di cui, comunque, si parlerebbe per molti anni. I figli, perfino i nipoti, chiederanno ai tifosi di oggi com’era quella leggendaria squadra degli otto titoli e chiederanno al papà, alla mamma o al nonno come avevano festeggiato l’ottavo e mitico scudetto. Dura rispondere loro: «Niente di che, ero demoralizzato per la Champions». L’eliminazione con l’Ajax non resterà nella storia, lo scudetto sì.
Secondo: per chi, come i tifosi della Juventus, lotta con ardore per il riconoscimento dei due titoli revocati nella controversa vicenda di Calciopoli, snobbare uno scudetto vinto è un’incongruenza quasi demenziale.
Terzo: snobbare un successo in una competizione che vale una stagione significa snobbare il lavoro quotidiano della squadra che si ama, le tante vittorie per le quali si è gioito, i mesi trascorsi ad appassionarsi alla classifica. Vale la pena sprecare tanta fatica?