C’è un lungo elenco di giocatori che quest’anno sono migliorati in modo sostanziale rispetto all’anno scorso e la presenza di Cristiano è uno dei fattori più pesanti per comprenderne il motivo. La Juventus di Manchester è una Juventus che si allena in modo più intenso, con ancora più cattiveria e determinazione per dimenticarsi il braccino di certe partite europee. Dall’altro lato, la Juventus ha fatto scoprire a Ronaldo una nuova dimensione del concetto di gruppo e di unità dello stesso. Non che il Real Madrid o il Manchester United avessero spogliatoi spaccati o mancasse la collaborazione reciproca, ma l’elemento umano che ha cementato nel corso degli anni lo zoccolo duro bianconero è qualcosa di unico e che Ronaldo ha iniziato ad apprezzare quasi subito. Il gruppo juventino sa diventare branco, aiutarsi reciprocamente annullando qualsiasi egocentrismo sportivo o vanità personale. Per uno come Ronaldo è un modo completamente diverso di approcciare allo sport: al Real Madrid è stato un trascinatore e un leader (basti guardare cosa sta combinando la squadra senza il suo carisma e il suo talento), ma alla Juventus si è maggiormente fuso con i compagni, scoprendo il fascino di esaltare se stesso in un modo diverso che, forse, aveva sfiorato quando ha trainato il Portogallo alla vittoria dell’ultimo Europeo. Da bomber a uomo assist, da prima donna a combattente: il nuovo Ronaldo è coccolato da compagni, allenatore, dirigenti e tifosi, quindi la situazione gli piace e lo stimola, facendogli parzialmente scordare l’esiguo numero di gol per le sue abitudini. In un’altra condizione avrebbe iniziato a provare un pericoloso nervosismo di fronte ai 5 gol in campionato (e zero in Champions), oggi invece sorride e apprezza il peso degli assist nel bilancio delle partite. Un nuovo Ronaldo in una nuova Juventus: l’esperimento sta riuscendo ed è molto interessante.