TORINO - Nello spogliatoio della Juventus sono rimasti impressionati nel vederlo così concentrato, sereno, sicuro di sé, con tutte le sue energie fisiche e mentali proiettate verso l’impegno di Udine. Nel pieno della bufera mediatica che lo ha travolto e infangato, Cristiano Ronaldo non ha perso un briciolo della sua professionalità, ma neanche della sua calma.
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E’ ovviamente arrabbiato per quanto sta succedendo e per il fatto di essere anche solo sospettato di un reato «abominevole come lo stupro» (per usare le sue stesse parole), ma la sicurezza di essere «clear», pulito, gli consente di non perdere colpi in campo. A Udine ha giocato come sempre e da domenica si gode tre giorni di vacanza con Georgina, lontano da tutto il caos che si è generato negli Usa. Nel frattempo i suoi avvocati stanno lavorando per smontare pezzo per pezzo le accuse di Kathryn Mayorga, la donna che sostiene di essere stata stuprata da Ronaldo nel 2009 e che adesso gli chiede altri 200mila dollari, oltre ai 375mila avuti nove anni fa con l’accordo extragiudiziale raggiunto con il giocatore. Il tutto mentre la Polizia di Las Vegas ha riaperto formalmente l’inchiesta, scoprendo però di non avere più nessuna prova e nessun elemento: né la denuncia della Mayorga (che nel 2009 si fece certificare delle lezioni compatibili con una violenza, ma non fece il nome di Ronaldo con il quale in separata sede trattò il risarcimento), né il suo certificato medico, né gli indumenti da lei lasciati. Senza prove c’è la parola della Mayorga contro quella di Ronaldo (che ha sempre sostenuto che fosse sesso consenziente), l’indagine penale rischia il nulla di fatto. La causa civile intentata dalla Mayorga, invece, è stoppata proprio dall’accordo che lei aveva accettato. O un giudice lo ritiene nullo o non si può procedere.
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