L'antijuventinismo: miti e verità di un credo

Il furioso dibattito tra Mughini e Liguori ha riacceso la discussione su chi è "contro" i bianconeri, sempre e a prescindere

TORINO - Il recente telebattibecco fra il romanista Paolo Liguori e lo juventino Giampiero Mughini ha portato alla ribalta il concetto di antijuventinismo, argomento per altro sempre piuttosto vivace nel dibattito interno del popolo bianconero. Secondo il Mughini si tratta di un “morbo”, di cui il Liguori sarebbe affetto. Fuori dalla colorata metafora mughiniana, si può senza dubbio sostenere che l’antijuventinismo sia un fenomeno e anche piuttosto antico nella storia del tifo italiota, che nell’essere “anti” qualsiasi cosa/squadra/personaggio ha spesso trovato l’unguento per lenire il bruciore della frustrazione.

SOTTOCULTURA - L’antijuventinismo dunque esiste. Ed è frutto di una sottocultura tutta italiana nella quale il riconoscimento del successo altrui è l’esercizio più complicato di tutti. Non ne è vittima solamente la Juventus, anche se ne rappresenta uno degli esempi mediaticamente più lampanti, ma anche altri club sportivi, così come politici o industriali. Dell’antijuventinismo si trovano le prime tracce negli Anni 30, all’epoca del quinquennio d’oro. Vincere cinque scudetti di seguito proprio nel momento storico in cui nel Paese si sviluppavano impetuosamente i mass media ha creato contemporaneamente due fenomeni: il diffondersi del tifo juventino e il suo naturale anticorpo. Da lì in poi ci sono stati alti e bassi, ma l’antijuventinismo è sempre esistito, si è evoluto e adesso che la Juventus cerca di emulare quell’incredibile filotto riecheggia nell’esplosione dei nuovi media. Nel frattempo l’antijuventinismo ha perfino varcato i confini del calcio assumendo sfumature politiche («Sono contro la Juventus perché è la squadra dei padroni che sfruttano gli operai», come se gli altri club fossero società di mutuo soccorso o appartenessero a filantropi), si è consolidato sul credo fondamentale se non proprio fondamentalista che «la Juve ruba».

PARANOIE - Dall’altra parte della barricata, in compenso, l’antijuventinismo ha sviluppato vere e proprie leggende metropolitane e una sindrome da assediamento che ha reso paranoica una parte del popolo bianconero. Certo alcune sfumature farsesche di Calciopoli hanno giustamente alimentato quella sensazione, ma è buffo leggere - soprattutto online - accuse a giornalisti o personaggi tutt’altro che antijuventini se non addirittura proprio juventini. E soprattutto l’elaborazione di complessi teoremi complottisti che Dan Brown è un bambino delle elementari.

SIMBIOSI - In definitiva, l’antijuventinismo esiste, ma questo non ha impedito alla Juventus di continuare a esistere e vincere. Anzi, solo la caduta in disgrazia della Juventus potrebbe estinguere l’antijuventinismo e quindi i tifosi bianconeri devono guardarsi bene dall’augurarsene la scomparsa. Se le cose non trascendono (e purtroppo qualche volta succede) in fondo può essere vissuta come una spina di una profumatissima rosa.

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