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TORINO - Paulo Dybala, istruzioni per l’uso. Per carità: non che alla Juventus debbano necessariamente averne bisogno, delle istruzioni per l’uso del campione italo-argentino (giacché vengono da una stagione letteralmente straordinaria che vale come un attestato al merito); ma è chiaro che in questi tempi da interregno tra prima e seconda repubblica targata Andrea Agnelli e in tale fase di spaesamento segnata dalla nostalgia per sua maestà Carlitos Tevez... Beh, in tale momento di transizione, sentirsi rassicurare circa il fatto che Dybala possa davvero assurgere al ruolo di nuovo trascinatore del gruppo (assieme con Alvaro Morata) non può certo far male alla tifoseria bianconera. Anche perché a Palermo sono davvero convinti d’aver regalato (regalato, si fa per dire: in cambio di 40 milioni di euro, si intende...) uno dei talenti più fulgidi attualmente in circolazione. E si tratta di conoscitori di calcio che, effettivamente, hanno già forgiato elementi poi rivelatisi top player di livello assoluto quali Edinson Cavani, Javier Pastore, Luca Toni...
Al centro - Giorgio Perinetti è attualmente direttore sportivo del Venezia, ma nella primavera-estate 2012 - da direttore generale dell’area sportiva - era stato parte attiva nell’affare Dybala-Palermo. In particolare aveva incontrato il fratello Gustavo a Londra per accelerare la pratica, mentre il presidente Maurizio Zamparini tirava le fila con l’intermediario Gustavo Mascardi. L’arrivo della punta in Sicilia fu la diretta conseguenza dei ripetuti viaggi dell’allora capo degli osservatori Luca Cattani con e senza l’allora direttore sportivo Sean Sogliano. Ma Perinetti di Dybala sa tutto. Il ruolo specifico del ragazzo, intanto: «E’ un centravanti, somiglia molto a Vincenzo Montella che per primo lo ha ammesso - dice -. Paulo deve giocare al centro dell’attacco, anche se fa molto movimento. Ma non è né una seconda punta né una mezza punta». [...]
Titolare fisso! - Inutile dire cosa pensi del ragazzo Maurizio Zamparini, che con Dybala vanta un rapporto che va ben al di là del semplice feeling professionale ma sconfina anzi nell’amicizia, nel rispetto, nell’affetto. «La Juve deve crederci, in Dybala. Allegri, deve crederci. Quando ho visto che l’ha fatto partite in panchina in Supercoppa e nel primo turno di campionato, contro l’Udinese, m’è preso un colpo... Mi sono meravigliato. Avevo anche fatto una battuta: deve crescere Dybala? No, deve crescere Allegri... E mi chiedevo: ma perché l’hanno comprato? Dipende dall’affetto che nutro per il ragazzo. So quanto vale. Paulo ha poi giocato dall’inizio con la Roma, ma è chiaro che non ha ancora espresso a pieno le sue qualità. Per farlo, deve sentire a pieno la fiducia. Ho mandato un sms a Marotta, gli ho scritto: punta su Dybala in coppia con Morata e torni a dominare. Questi due possono far saltare tutte le difese, ma guai a imbrigliarli in eccessivi rigori tattici: se fai così, allora perdi il 50 per cento del potenziale. Quanto a Paulo, invece, un solo consiglio: deve metterci la giusta cattiveria e farà, alla Juventus, il percorso che Javier Pastore ha fatto al Paris Saint Germain».
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