ROMA - Non è una notizia sensazionale che la Juventus si stia muovendo con frenesia in questo assolato e caldissimo luglio. Dunque, riepilogando: Vidal è stato venduto al Bayern Monaco per 37 milioni (più 3 di bonus) e, giusto per la cronaca, al cileno andrà un ingaggio di 6,5 milioni per quattro stagioni. E poi: con il tesoretto ricavato dalla cessione del centrocampista, Marotta si è subito messo all’assalto di Goetze, considerato il tassello mancante da Allegri. Ieri l’ad bianconero è volato a Monaco per capire l’aria che tira, ovviamente dopo aver intercettato i mediatori di Goetze e aver abbozzato una vera e propria trattativa. Ma la giornata di ieri, per la Juve, non si è esaurita con le notizie raccolte sull’asse Monaco-Torino. Quanti pensano che all’uscita di Vidal corrisponda la blindatura di Pogba, infatti, non hanno tenuto conto della variabile Raiola. Uno degli uomini più potenti e introdotti del mercato internazionale, tenendo fede alla sua fama di destabilizzatore, ha fatto correre un brivido sulla schiena dei dirigenti e dei tifosi bianconeri. «Se Laporta verrà eletto, il Barcellona avrà buone chanche di prendere Pogba», la minaccia neppure troppo velata indirizzata agli inquilini di corso Galileo Ferraris. Insomma, chiuso il capitolo Vidal e all’alba di una trattativa non facile per Goetze, Marotta si trova costretto ad arginare le esondazioni commerciali di Raiola. Chirurgico, guarda caso, nel paventare l’ipotesi del passaggio del francese in blaugrana proprio nel giorno in cui la Juventus chiude per Vidal al Bayern. Alla Juventus non l’hanno presa benissimo, anzi non l’hanno proprio presa. Nel senso che considerano le esternazioni del vulcanico Mino come un messaggio di propaganda elettorale a favore del “nemico” dell’attuale presidente, Bartomeu. Forse sarà così, forse no: in assoluto, a Marotta ora conviene stare con gli occhi aperti...