TORINO - Dal passaggio al Chelsea "bloccato" direttamente da Silvio Berlusconi a quello mancato al Barcellona dove lo voleva Guardiola, passando per il "suicidio collettivo" di Istanbul nella finale di Champions. I ricordi, le rivelazioni, le curiosità e le frasi di Andrea Pirlo arrivano Oltremanica e riscuotono grandissimo interesse da parte della stampa inglese. I principali tabloid e quotidiani britannici (The Sun, Metro, The Guardian, The Indipendent, Daily Mail e The Mirror), infatti, si sono scatenati con la biografia del centrocampista della Juve, tradotta ora in inglese ("I think therefore I play"; "Penso quindi gioco").
STOP AL CHELSEA - C'è il ricordo dell'Inter allenata da Roy Hodgson che lo chiamava "Pirla" e degli altri quattro allenatori che si alternarono in panchina in quella stagione ("arrivavo a non ricordarmi chi mi allenava quel giorno". Ci sono le due possibili avventure all'estero. La prima, in Premier League col Chelsea dove era appena arrivato Carlo Ancelotti. "Avevamo trovato l'accordo. Con Carlo trovavo un padre ed un maestro. Uno che sa come farti divertire". Ma intervenne Berlusconi: "Non ci fare questo. Abbiamo appena venduto Kakà. Per l'immagine del Milan sarebbe un colpo durissimo". L'offerta dei blues a Pirlo, 5 milioni l'anno per quattro stagione, era molto allettante. I rossoneri, allora, chiesero di inserire Ivanovic nell'operazione, e la trattativa saltò "perché il Chelsea non aveva alcuna intenzione di lasciar andare il suo difensore".
NIENTE BARCELLONA - Meno complicato il mancato passaggio al Barcellona nel 2010, quando Guardiola gli disse che sarebbe stato "la ciliegina sulla torta". "Hai tutte le qualità per giocare nel Barcellona e, soprattutto, la tua classe è immensa. Vogli allenarti". Niente da fare per Guardiola e per Pirlo, che ricorda anche l'amarezza della finale di Champions League persa contro il Liverpool: "In seguito a quella partita è nata la 'sindrome di Istanbul'. Ancora oggi non so cosa sia successo durante quella serata. Sono anche arrivato a pensare di smetterla con il calcio". Per ora, invece, Pirlo continua a giocare, e lo fa a livelli incredibli.
© RIPRODUZIONE RISERVATASTOP AL CHELSEA - C'è il ricordo dell'Inter allenata da Roy Hodgson che lo chiamava "Pirla" e degli altri quattro allenatori che si alternarono in panchina in quella stagione ("arrivavo a non ricordarmi chi mi allenava quel giorno". Ci sono le due possibili avventure all'estero. La prima, in Premier League col Chelsea dove era appena arrivato Carlo Ancelotti. "Avevamo trovato l'accordo. Con Carlo trovavo un padre ed un maestro. Uno che sa come farti divertire". Ma intervenne Berlusconi: "Non ci fare questo. Abbiamo appena venduto Kakà. Per l'immagine del Milan sarebbe un colpo durissimo". L'offerta dei blues a Pirlo, 5 milioni l'anno per quattro stagione, era molto allettante. I rossoneri, allora, chiesero di inserire Ivanovic nell'operazione, e la trattativa saltò "perché il Chelsea non aveva alcuna intenzione di lasciar andare il suo difensore".
NIENTE BARCELLONA - Meno complicato il mancato passaggio al Barcellona nel 2010, quando Guardiola gli disse che sarebbe stato "la ciliegina sulla torta". "Hai tutte le qualità per giocare nel Barcellona e, soprattutto, la tua classe è immensa. Vogli allenarti". Niente da fare per Guardiola e per Pirlo, che ricorda anche l'amarezza della finale di Champions League persa contro il Liverpool: "In seguito a quella partita è nata la 'sindrome di Istanbul'. Ancora oggi non so cosa sia successo durante quella serata. Sono anche arrivato a pensare di smetterla con il calcio". Per ora, invece, Pirlo continua a giocare, e lo fa a livelli incredibli.
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