Inter-Oaktree: rivoluzione compiuta
Pure nella settimana di Ferragosto, con Milano bruciata da un caldo sahariano, c’era un uomo di Oaktree in sede. Questa è la differenza sostanziale con le altre proprietà americane: da quando il fondo californiano ha rilevato il club da Suning, nelle stanze di viale della Liberazione c’è sempre stato almeno un dirigente espressione della proprietà per gestire la quotidianità. D’altronde ne sono stati distaccati a Milano addirittura quattro per occuparsi del dossier, ovvero Alejandro Cano, Katherine Ralph, Renato Meduri e Carlo Ligori. E questo, va da sè, indica quanto sia considerata strategica l’operazione Inter.
Come previsto, Oaktree ha deciso di incidere in profondità nell’area corporate del club, lasciando invece ampie deleghe a Giuseppe Marotta (nominato pure presidente) riguardanti l’area sportiva dove la proprietà sovrintende alle scelte fatte soppesando - come giusto che sia - costi e benefici delle varie operazioni fatte sul mercato. Mentre intorno alla squadra nulla è stato toccato, dal 22 maggio molti volti sono cambiati nell’area corporate dove hanno salutato Danovaro (responsabile del marketing), Pedinotti (capo della comunicazione), Sacchi (capo del personale) ed è in uscita Alessandro Antonello (destinazione Roma). Il fondo li ha sostituiti con Giorgio Ricci (già stato all’Inter tra il 2012 e il 2014, nominato Chief Revenue Officer) e Massimiliano Catanese (con il ruolo di Chief of Staff), in attesa di capire come, se, ed eventualmente con chi verrà sostituito Antonello.