Pagina 1 | Calhanoglu dice tutto: il feeling con gli ultras e la raccomandazione Inter

MILANO - Dopo Davide Calabria ieri è toccato ad Hakan Calhanoglu essere ascoltato dagli investigatori della Squadra Mobile di Milano in qualità di persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta “Doppia curva dei pm di Milano Paolo Storari e Sara Ombra sul tifo organizzato milanese. Il centrocampista dell’Inter ha ammesso di "aver conosciuto" Marco Ferdico e Antonio Bellocco e "di avere avuto rapporti a titolo personale" anche se "la società ci aveva detto di non avere contatti con gli ultrà". Il turco ha però negato di essere mai uscito a cena con loro e le rispettive famiglie. Il feeling con il responsabile della Curva Nord (uno tra i 19 arrestati nell’ambito dell’operazione della Dda che ha azzerato i direttivi del tifo organizzato di Inter e Milan) - come ha raccontato Calhanoglu - sarebbe nato per riconoscenza dopo che la Curva aveva solidarizzato con il popolo turco a seguito del violentissimo sisma che nel febbraio 2023 aveva squassato quelle terre dedicandogli uno striscione ad hoc: “Vicini a Siria e Turchia. Calha uno di noi”.

Calhanoglu: "Mai ricevuto pressioni"

In cambio Calhanoglu avrebbe regalato alcune sue maglie da destinare a iniziative benefiche per i bambini ricoverati negli ospedali senza comunque "mai ricevere pressioni". Gli inquirenti hanno chiesto al giocatore se sapesse chi fosse Bellocco, ma hanno avuto una risposta negativa: il turco avrebbe capito “chi era realmente solo dopo aver visto la fotografia in seguito alle notizie sul suo omicidio”. Il calendario delle audizioni proseguirà la prossima settimana quando saranno sentiti alcuni funzionari e dirigenti delle due società. Fermato il vice di Lucci Ieri intanto i pm milanesi che lavorano all’inchiesta sulle curve milanesi hanno fatto luce pure sull’agguato a colpi di pistola orchestrato nei confronti di Enzo Anghinelli, salvatosi per miracolo dall’imboscata. Teatro della scena via Cadore, zona Porta Romana: era il 12 aprile 2019 e l’ultrà rossonero fu avvicinato da uno scooter quando era fermo in auto al semaforo. A bordo due persone che gli spararono contro più colpi, almeno due lo presero in faccia: finì in coma ma riuscì a salvarsi dopo numerosi interventi chirurgici. 

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La guerra di potere in curva Sud

Come risulta dal decreto di fermo uno dei due che avrebbero avuto l’incarico di ammazzare Anghinelli sarebbe stato Daniele Cataldo, 52 anni, “vice” di Luca Lucci con precedenti per rapina, ricettazione, detenzione di armi da guerra e clandestine, traffico di droga, furto ed evasione. Il movente - secondo pm e investigatori della Squadra mobile - è da ricercarsi nella guerra di potere in seno alla Sud. Lucci, Cataldo e altre 8 persone, tra cui Christian Rosiello (noto pure come bodyguard di Fedez) sono accusati di associazione per delinquere per un lungo elenco di “azioni punitive”. E il tentativo di far fuori Anghinelli andrebbe inquadrato nella “faida” con i Black Devil, capeggiati da Domenico Vottari, a cui era legato Anghinelli. Il “progetto finale”, scrivono i pm, e a cui reagì il capo della Sud chiedendo anche l’aiuto della ‘ndrangheta dei Barbaro-Papalia, “poteva essere quello di spodestare Lucci” e “proporre in Curva nuovi gruppi egemoni”, i Black Devil e i Commandos Tigre. Anghinelli a luglio, dopo aver provato ad entrare “in pace” nel negozio di tatuaggi di Lucci, venne preso a “pugni alla testa”. Come ha messo a verbale, gli dissero “sei un morto che cammina”. Agli atti, poi, la fuga a gennaio di Giancarlo Lombardi, detto “Sandokan” ed ex capo storico della Sud, facendosi “scudo” coi buttafuori in una discoteca. A Cataldo che lo inseguiva, secondo i pm, sarebbe caduta una pistola.

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MILANO - Dopo Davide Calabria ieri è toccato ad Hakan Calhanoglu essere ascoltato dagli investigatori della Squadra Mobile di Milano in qualità di persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta “Doppia curva dei pm di Milano Paolo Storari e Sara Ombra sul tifo organizzato milanese. Il centrocampista dell’Inter ha ammesso di "aver conosciuto" Marco Ferdico e Antonio Bellocco e "di avere avuto rapporti a titolo personale" anche se "la società ci aveva detto di non avere contatti con gli ultrà". Il turco ha però negato di essere mai uscito a cena con loro e le rispettive famiglie. Il feeling con il responsabile della Curva Nord (uno tra i 19 arrestati nell’ambito dell’operazione della Dda che ha azzerato i direttivi del tifo organizzato di Inter e Milan) - come ha raccontato Calhanoglu - sarebbe nato per riconoscenza dopo che la Curva aveva solidarizzato con il popolo turco a seguito del violentissimo sisma che nel febbraio 2023 aveva squassato quelle terre dedicandogli uno striscione ad hoc: “Vicini a Siria e Turchia. Calha uno di noi”.

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