E Asllani e Frattesi?
Un capitolo a sé meritano Asllani e Frattesi. Il primo, nonostante abbia visto esponenzialmente aumentato il suo minutaggio, è sempre stato pallida controfigura di Calhanoglu, mentre l’italiano, quando gioca, mostra il perché non riesca a trovare continuità: Frattesi è un formidabile assaltatore ma nel dna non ha la capacità nel legare il gioco fondamentale nel disegno tattico inzaghiano. Forse, in tal senso, sarebbe stato meglio ascoltare gli abboccamenti arrivati da Roma in estate: con quei soldi (i giallorossi sarebbero arrivati a 35-40 milioni) si sarebbe potuto comprare un centrocampista più funzionale per caratteristiche. Perché Frattesi sarà anche bravissimo, ma con questa Inter c’azzecca poco.
L’Inter incassa e non reagisce mai
Rispetto a un anno fa, il bilancio in campionato è profondamente in rosso: 7 punti meno (l’Inter le aveva vinte tutte dopo 5 giornate), con 10 gol segnati contro 14 e - soprattutto - 5 subiti contro 1 solo, peraltro ininfluente, arrivato nel derby vinto 5-1. Per ritrovare un’Inter per tre partite senza vittoria bisogna invece riportare indietro il nastro della memoria alla primavera del 2023 quando furono addirittura 6, con tre ko (2-1 a La Spezia, 1-0 in casa con Fiorentina e Juventus), più i pareggi con Salernitana (1-1) e Juve in Coppa Italia (altro 1-1) e quello in Champions col Porto (0-0). Allora Simone Inzaghi era stato messo pesantemente in discussione da Beppe Marotta, ai tempi amministratore delegato del club, perché nessuno immaginava che i pareggi con Porto e Juve sarebbero stati linfa per la vittoria in Coppa Italia e, soprattutto, per la cavalcata in Champions fino alla finale e, nessuno poteva pensare che quella squadra avesse fatto filotto pure in campionato terminando al terzo posto.
Altri tempi e altra storia perché l’Inter inzaghiana è arrivata al quarto anno di lavoro e deve difendere lo scudetto che porta sulle maglie dopo la straordinaria cavalcata nell’ultima stagione quando, sin da subito, il campionato era stato messo in cima alle priorità. Per questo - al netto delle splendide partite giocate con Atalanta e Manchester City - ogni risultato che non sia la vittoria viene amplificato in negativo. Tra l’altro i tre “fuoripista” in campionato sono caratterizzati da un unico comun denominatore: il fatto che l’Inter sia sempre passata in svantaggio (segno, come ha sottolineato pure Inzaghi dopo il derby, di approcci troppo morbidi alle partite) e non sia mai riuscita a completare la rimonta. A Genova, tra l’altro, l’Inter è stata addirittura riacciuffata dopo essere passata da 1-0 a 1-2 per il clamoroso regalo di Bisseck (fallo di mano in area) nel recupero. Tra l’altro, a Marassi, a Monza e nel derby l’Inter ha incassato sempre gol negli ultimi dieci minuti altro segnale preoccupante circa la tenuta difensiva nonostante Inzaghi abbia sempre attinto alla panchina per ovviare ai problemi di condizione dati da un’estate particolarmente complicata da gestire.