Inzaghi e l'Inter stile futsal: "Con Conte tutto codificato, ora più libertà"

La gara con l’Atalanta manifesto dell’evoluzione avuta nel corso degli anni del 3-5-2 nerazzurro
Inzaghi e l'Inter stile futsal: "Con Conte tutto codificato, ora più libertà"© LAPRESSE

MILANO - Inter-Atalanta prima della sosta è stata una gara manifesto del calcio che Simone Inzaghi sta portando nella squadra nerazzurra. Un gioco che va oltre il 3-5-2 come evidenziato soprattutto nelle ultime due stagioni. Al di là del risultato (4-0), ad impressionare sono stati i movimenti dei calciatori di Inzaghi, nessuno quasi mai nella sua zona di competenza in fase offensiva. Dimarco si trovava spesso al centro dell’attacco, Pavard tagliava dal centrodestra della difesa a sinistra, Bastoni svolgeva il solito ruolo di ala d’assalto, Acerbi lasciava la difesa per portarsi in impostazione in mezzo al campo con due dei tre centrocampisti che di volta in volta si abbassavano ai lati di Sommer per costruire dal basso. E ancora Darmian a fare da pendolo fra difesa e fascia destra, Lautaro pronto ad abbassarsi per aprire spazi ai compagni. Un continuo movimento, come se il fattore determinante dell’azione d’attacco fosse l’occupazione di uno spazio preciso, non chi ci fosse a occuparlo.

Inter futsal, parla Paniccia

Addio ruoli canonici, tutti che devono saper fare tutto, come gli universali del calcio a cinque come ci conferma Alfredo Paniccia, allenatore dell'L84 di Volpiano, squadra di Serie A di futsal, vincitore del premio "5tar 2024" come miglior tecnico del campionato secondo colleghi, capitani, giornalisti e appassionati: «Uno dei mantra del nostro sport è quello di creare giocatori universali - ci racconta Paniccia che fra i suoi impegni svolge anche dei corsi alla scuola allenatori di Coverciano e segue il progetto “Futsal in Soccer” che la Divisione Calcio a 5 ha sviluppato con diverse società di calcio professionistico -. Nel futsal ci sono ruoli specifici come i centrali, i laterali e i pivot, ma gli universali sono la fortuna di tutti perché sono quei giocatori in grado di risolvere problemi in ogni zona del campo; sanno difendere e attaccare con, quasi, la stessa intensità e qualità. Perché ovviamente il centrale è più bravo a difendere e il pivot ad attaccare, così come Bastoni è più bravo di Lautaro a difendere e l'argentino ad attaccare, ma tutti e due nel gioco di Inzaghi sanno fare entrambe le cose. Nel nostro sport ovviamente questo concetto è esasperato perché se il pivot, l’attaccante, commette un errore nella prima fase difensiva, ci sono 30 metri per rimediare e solo tre compagni per farlo; mentre nel calcio dietro la punta ci sono altri nove giocatori e 80 metri da coprire prima della propria porta».

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Inzaghi e lo step successivo a Conte

La sensazione data dall’Inter contro l’Atalanta è però proprio quella: ogni giocatore di Inzaghi partecipa alla fase difensiva (come quasi tutte le squadre, ovviamente), ma pure a quella offensiva, indossando abiti ogni volta diversi come dimostrano le posizioni spesso occupate dai centrali difensivi. «Inzaghi ha saputo fare uno step successivo al gioco che l’Inter aveva per esempio con Conte - prosegue Paniccia -. Agli schemi codificati e precisi al millimetro dell’attuale allenatore del Napoli, ha aggiunto questo interscambio di ruoli e una maggiore libertà ai giocatori negli ultimi 30 metri. Come nel futsal: ci sono regole e principi designati di gioco che ogni allenatore adotta, ma poi c’è l’imprevedibilità di un contrasto o un rimpallo a fare la differenza, così come la giocata personale del calciatore. Si parte da uno scheletro, poi, come ha fatto Inzaghi, ci si mette del proprio con un grande studio». Certe azioni offensive dell’Inter ricordano quelle principali del calcio a cinque. «Per esempio le combinazioni a tre con la ricerca del terzo uomo, un’azione che crea scompensi difensivi agli avversari perché l’attenzione viene messa su chi verticalizza e riceve palla, ma difficilmente sul terzo uomo che va in ampiezza», aggiunge Paniccia e tutto riporta a uno schema classico dell’Inter inzaghiana col triangolo largo e lungo che spesso vede impiegati Bastoni, Dimarco e un centrocampista o un attaccante a fare da raccordo.

L'Inter guarda al calcio a 5

E chissà che in futuro Inzaghi non possa proporre nuovi principi tratti dal futsal grazie anche ad alcuni giovani in arrivo dal vivaio: «L'Inter è un club all'avanguardia per quanto concerne l'utilizzo della doppia attività, calcio e futsal, nella metodologia dell'attività di base, perché così i ragazzi imparano alcuni gesti tecnici che possono poi essere basilari per la loro crescita - conclude Paniccia -. Dalla marcatura al controllo di palla, lo smarcamento e il tanto demonizzato tiro di punta, sono dei fondamentali necessari a tutti. So per esempio che alcune formazioni nerazzurre dall'Under14 in giù hanno partecipato a dei tornei di calcio a cinque proprio per abituare i ragazzi a certi ritmi e principi».

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MILANO - Inter-Atalanta prima della sosta è stata una gara manifesto del calcio che Simone Inzaghi sta portando nella squadra nerazzurra. Un gioco che va oltre il 3-5-2 come evidenziato soprattutto nelle ultime due stagioni. Al di là del risultato (4-0), ad impressionare sono stati i movimenti dei calciatori di Inzaghi, nessuno quasi mai nella sua zona di competenza in fase offensiva. Dimarco si trovava spesso al centro dell’attacco, Pavard tagliava dal centrodestra della difesa a sinistra, Bastoni svolgeva il solito ruolo di ala d’assalto, Acerbi lasciava la difesa per portarsi in impostazione in mezzo al campo con due dei tre centrocampisti che di volta in volta si abbassavano ai lati di Sommer per costruire dal basso. E ancora Darmian a fare da pendolo fra difesa e fascia destra, Lautaro pronto ad abbassarsi per aprire spazi ai compagni. Un continuo movimento, come se il fattore determinante dell’azione d’attacco fosse l’occupazione di uno spazio preciso, non chi ci fosse a occuparlo.

Inter futsal, parla Paniccia

Addio ruoli canonici, tutti che devono saper fare tutto, come gli universali del calcio a cinque come ci conferma Alfredo Paniccia, allenatore dell'L84 di Volpiano, squadra di Serie A di futsal, vincitore del premio "5tar 2024" come miglior tecnico del campionato secondo colleghi, capitani, giornalisti e appassionati: «Uno dei mantra del nostro sport è quello di creare giocatori universali - ci racconta Paniccia che fra i suoi impegni svolge anche dei corsi alla scuola allenatori di Coverciano e segue il progetto “Futsal in Soccer” che la Divisione Calcio a 5 ha sviluppato con diverse società di calcio professionistico -. Nel futsal ci sono ruoli specifici come i centrali, i laterali e i pivot, ma gli universali sono la fortuna di tutti perché sono quei giocatori in grado di risolvere problemi in ogni zona del campo; sanno difendere e attaccare con, quasi, la stessa intensità e qualità. Perché ovviamente il centrale è più bravo a difendere e il pivot ad attaccare, così come Bastoni è più bravo di Lautaro a difendere e l'argentino ad attaccare, ma tutti e due nel gioco di Inzaghi sanno fare entrambe le cose. Nel nostro sport ovviamente questo concetto è esasperato perché se il pivot, l’attaccante, commette un errore nella prima fase difensiva, ci sono 30 metri per rimediare e solo tre compagni per farlo; mentre nel calcio dietro la punta ci sono altri nove giocatori e 80 metri da coprire prima della propria porta».

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