Inter, Inzaghi e il tridente con i se e con i ma: perché è solo un'emergenza

Problemi legati all'organico a disposizione, dilemmi tattici e difficoltà che superano i vantaggi: l'esperimento delle tre punte resterà solo come mossa della disperazione
Inter, Inzaghi e il tridente con i se e con i ma: perché è solo un'emergenza© Getty Images

Prove di tridente, ma solo a partita in corso. È questo il significato dell’esperimento durato dieci minuti sabato pomeriggio a Marassi, il periodo intercorso tra l’ingresso in campo di Taremi al posto di Calhanoglu e la sostituzione tra Lautaro e Asllani che ha riportato l’Inter al consueto 3-5-2. In quella fase della partita col Genoa, Simone Inzaghi ha tentato il tutto per tutto alla ricerca del gol vittoria. Proposito riuscito perché Thuram ha segnato il 2-1 dopo nove minuti di convivenza con i due colleghi di reparto, se non fosse che i rossoblù hanno ritrovato il pareggio quando i nerazzurri erano tornati a un assetto più prudente. Non è la prima volta che Inzaghi utilizza tre punte contemporaneamente. Era già successo nelle scorse stagioni quasi sempre con Sanchez nella posizione di rifinitore alle spalle di due attaccanti. È la stessa soluzione adottata a Marassi con Lautaro nella posizione del cileno. In quel momento il capitano nerazzurro è stato 10 di numero e di fatto, trequartista alle spalle di Thuram e Taremi. Questa opzione resterà una soluzione a partita in corso, quando occorre raddrizzare situazioni problematiche. Quasi sicuramente Inzaghi non la adotterà mai dal primo minuto per una serie di motivi.

In rosa si resta con quattro punte

Il primo è di organico. Visto che l’Inter è vicina all’acquisto del difensore centrale di sinistra, un attaccante tra Arnautovic e Correa uscirà prima della fine del mercato perché altrimenti resterà fuori dalla lista di 25 nomi. A quel punto, con quattro punte in rosa, non è consigliabile partire con tre attaccanti titolari. La seconda ragione è tattica. Quando l’Inter ha giocato con questo schieramento, ha perso molti riferimenti in fase di copertura. In parte è successo anche sabato a Genova. È vero che è arrivato il gol di Thuram, ma nei primi minuti col 3-4-1-2, il Genoa aveva ripreso l’iniziativa grazie a un maggior controllo del centrocampo nerazzurro, più sguarnito senza uno dei tre interpreti abituali protetti dai due esterni. Quindi questa resta un’arma alla quale ricorrere in casi estremi, quando bisogna per forza riprendere in mano una sfida finita fuori binario. Ma non può essere un modulo utile dall’inizio quando non c’è nulla di compromesso.

Perché il tridente dall'inizio non è possibile

I Campioni d’Italia continueranno a inseguire il vantaggio partendo dalla strategia abituale di Inzaghi. Senza dimenticare alcune caratteristiche individuali. Sanchez veniva ritenuto più adatto di Lautaro a un ruolo di momentaneo trequartista perché individuava corridoi di passaggio molto interessanti. L’argentino, invece, è più finalizzatore oltre ad avere ottime doti di raccordo col centrocampo, ma non possiede la visione dell’assist fulminante in verticale che fa la differenza per un fantasista. Thuram è stato spesso utilizzato da ala nel Borussia Moenchengladbach, ma ha cambiato modo di giocare da quando è all’Inter. Taremi ha fatto anche l’esterno nel Porto, ma è soprattutto un centravanti e per quello è stato ingaggiato dai nerazzurri. Senza dimenticare che allargando troppo due attaccanti, come succederebbe con ogni forma di tridente (puro o con trequartista), diminuirebbero gli spazi di inserimento degli esterni, una prerogativa fondamentale del gioco di Inzaghi. Ecco perché il tridente visto a Marassi tornerà, ma solo a gara in corso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...

Inter, i migliori video