Dal Bayern al dietrofront. Inter, quale Calhanoglu?

La dichiarazione d’amore dopo il chiarimento con Ausilio, ma sul rinnovo il club non ha voluto sentirci

La ferita è stata suturata grazie a un messaggio zuccheroso dell’interessato in cui ha giurato amore eterno alla causa nerazzurra ma l’infatuazione per il Bayern Monaco c’è stata e quanto accaduto resta agli atti. Hakan Calhanoglu ieri è sbarcato a Milano e oggi riabbraccerà i compagni alla Pinetina. In base ai programmi stilati da Simone Inzaghi con il suo staff, il turco giocherà una mezz’ora venerdì all’Arena Garibaldi con il Pisa (come fatto dagli italiani a Cesena contro il Las Palmas) per iniziare a oliare nuovamente i meccanismi a metà campo. I tifosi, che stravedono per lui, gli hanno già perdonato la “sbandata”, ma - come sottolineato - l’episodio è stato l’unico temporale nella placida estate post-scudettata, contrassegnata da un mercato soporifero (il più era già stato fatto grazie alla maestria con cui sono stati bloccati per tempo Taremi e Zielinski) e alla bonaccia data dalla certezza di avere una squadra fortemente competitiva con due titolari per ruolo (a completare il puzzle l’arrivo di Martinez dal Genoa, unico “botto” dopo il doppio colpaccio a parametro zero).

Il chiarimento con Ausilio

Non è però dato a sapersi cosa sarebbe successo se il flirt tra Calhanoglu e il Bayern Monaco si fosse trasformato in una trattativa concreta: lui, turco di Germania, era stato blandito dalla possibilità di tornare in Bundesliga da re con un contratto da star (quadriennale a 8 milioni più bonus a stagione) e le chiavi del centrocampo della squadra più titolata del torneo. A stoppare sul nascere il possibile golpe, la fermezza dell’Inter che non si sarebbe neanche seduta al tavolo per un’offerta inferiore ai 70 milioni: troppi per un giocatore che ha passato i 30 anni anche per un club ricco quale è il Bayern. Contestualmente, dal ritiro della Turchia, erano emersi con veemenza un po’ sospetta pure spifferi legati a una richiesta di chiudere il caso con un ulteriore rinnovo di contratto dopo quello firmato soltanto un’estate fa fino al 2027 a 6.5 milioni di ingaggio. Anche in questo caso c’è stato l’altolà della società che ha mostrato fermezza anche al costo di causare un cortocircuito con uno dei titolarissimi di Inzaghi. Contestualmente, il ds Ausilio ha provveduto a contattare Calhanoglu per capire cosa ci fosse di vero in merito alle voci incontrollate piovute su Milano, da qui il chiarimento e quel comunicato in cui, tramite i social, il turco ha fatto dietrofront: “Resto all’Inter semplicemente perché sono felice lì. Io e la mia famiglia ci sentiamo a nostro agio, i miei figli vanno a scuola a Milano e ho costruito tutto lì. Ecco perché non è mai stata una possibilità per me andarmene”.

Un nuovo inizio

Tra l’altro il club non ha voluto prendere minimamente in considerazione l’idea soltanto di cercare un sostituto del turco mentre Inzaghi era pronto a intervenire in tackle per impedire una sua partenza. Troppo importante è per l’ingranaggio della sua Inter: lui e Mkhitaryan sono maestri nel dettare i tempi del centrocampo e Inzaghi - storicamente - ha sempre avuto un faro piantato al centro delle mezze ali. Quest’anno, con l’arrivo di Zielinski e un utilizzo sempre più frequente di Frattesi, l’allenatore ha davvero 4 titolari da ruotare intorno al turco (ovviamente nel mazzo c’è pure, anzi, soprattutto Barella) e questa abbondanza potrebbe favorire qualche soluzione tattica nuova, anche atta a scongiurare il rischio di vedere il turco imbrigliato dalle contromisure di avversari che hanno avuto tempo e modo di studiarne i movimenti nell’ultima stagione.

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