Pagina 2 | Tic Tac Inter, Zhang trema: Suning game over, arriva Oaktree per vendere

MILANO - Steven Zhang si trova sull’orlo del precipizio e mai come nelle ultime ore - anche se c’è un weekend davanti che potrebbe riservare sorprese - rischia di vedersi sfilare l’Inter entro i prossimi quattro giorni con il fondo statunitense Oaktree Capital Management pronto a subentrare al comando. Nonostante l’ottimismo manifestato sulla sponda cinese e di riflesso in casa interista, negli ultimi giorni si sono sommati tanti e più tasselli negativi sul versante rifinanziamento con il fondo Pimco. Da "è tutto fatto, manca solo il comunicato ufficiale" - atteso per altro nella giornata di ieri, invano -, con Pimco pronto a versare 435 milioni nella casse di Gran Tower Sarl, una delle holding con sede in Lussemburgo con cui Suning controlla l’Inter, alle ipotetiche frenate sul fronte Oaktree, con il “Financial Times” che ha addirittura parlato ieri di ostruzionismo da parte del fondo con sede in California.

Manovra smentita seccamente da Oaktree che ha però fatto capire di non aver percepito di essere in procinto di ricevere entro martedì 21 - lunedì 20, giorno della scadenza originaria del prestito, è festa in Lussemburgo - i 385 milioni che Zhang dovrà restituirgli. E senza il bonifico, Oaktree agirà come da accordi stipulati tre anni fa, ovvero escuterà il pegno che consiste nelle quote dell’Inter, il 68,55% in mano a Suning, ma anche il 31,05% di proprietà di LionRock.

Inter, su Zhang nubi oscure: l'offerta Pimco a Oaktree è un "Pagherò"!

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Oaktree e l'Inter, cosa può succedere

A rafforzare l’ipotesi che ci siano reali problemi fra Zhang e Pimco o che la formula studiata per ottenere i 435 milioni e rimborsare Oaktree non sia quella giusta per chiudere la questione in maniera positiva per il presidente cinese (un bond a due anni), lo si è intuito anche dalla scelta dello stesso Oaktree di ingaggiare un professionista di grande esperienza della comunicazione in Italia. Una mossa significativa, a dimostrare delle necessità di aprire un determinato canale nell’ambiente sportivo nostrano. Oaktree ha sempre spiegato nel corso degli scorsi anni di non voler gestire l’Inter e di pensare quindi a una cessione nel giro di un anno a un soggetto chiaramente interessato al club nerazzurro (attenzione al mondo saudita), al tempo stesso però il fondo americano non vuole farsi trovare impreparato qualora si configuri quanto finora prospettato. Oaktree ha comunque due consiglieri nel cda nerazzurro (Carlo Marchetti e Amedeo Carassai) che conoscono ogni aspetto della società e molti suoi dirigenti sono spesso a San Siro e in tutti gli eventi legati al club. Insomma, Oaktree sa cos’è l’Inter, è informata di ogni aspetto economico della società e non avrà problemi a guidare un periodo di transizione in attesa di passare la mano.

Tic tac Inter, il 20 maggio e Zhang...Oaktree e il ponte sul fiume debito

Zhang all'angolo, finiti i sorrisi

Dunque Zhang è arrivato al traguardo? Non si può dirlo con certezza, in fondo il presidente a tutti i dirigenti nerazzurri ha sempre manifestato tranquillità sull’esito di questa vicenda e non è da escludere che nelle prossime 48-72 ore trovi con Pimco un'intesa e una modalità di pagamento differente che vada incontro ai desiderata di Oaktree, che avendo in pegno le quote del club, non può però accettare come risarcimento un bond, un cosiddetto “pagherò”, lasciando decadere le garanzie in suo possesso per passarle a Pimco. Una strada, potrebbe essere quella di avere una quota (20-30%?) sulla futura cessione del club che Zhang continua a valutare 1.3 miliardi di euro per avere così un ritorno certo. Il tempo però scorre, Zhang e Suning sono all'angolo.

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Intanto Marotta inizia a fare cassa con i giovani

In attesa di capire come si risolverà la pratica proprietà, la dirigenza dell’Inter potrebbe essere “costretta” a sfruttare la qualità e il valore del giovane argentino in prestito al Monza per potersi muovere in estate a prescindere da cosa riserverà il futuro fra Cina e Stati Uniti. Detto che la risoluzione della questione Suning-Pimco-Oaktree servirà per dare il via - in teoria - ai rinnovi già impostati (Inzaghi e Barella sicuramente, per Lautaro bisogna ancora trattare alcuni dettagli) e che, sulla carta, si cercherà di non cedere nessun big della rosa, l’unico modo per fare cassa e avere un segno “più” sul bilancio, sarà quella di vendere chi non rientra immediatamente nel progetto. Ci sono dei giocatori cedibili, come per esempio Dumfries, che però andrebbe poi sostituito, o in esubero, vedi Correa al rientro dal prestito all’Olympique Marsiglia.

Ma il vero tesoro dell’Inter che non andrebbe a intaccare gli equilibri della prima squadra, è rappresentato dai giovani in prestito. Su molti il club nerazzurro agirà come fatto la scorsa estate con Fabbian, venduto al Bologna per 5 milioni e riacquistatile entro la fine di giugno 2025 per 12 milioni. Come si evince, i valori del prezzo di vendita non potranno che essere mediamente bassi perché è impensabile che l’Inter ceda un ragazzo magari a 15 milioni per poi mettere una recompra dopo una o due stagioni a 25 o passa. I fratelli Stankovic ed Esposito, Satriano, Zanotti o Oristanio potrebbero servire a creare un budget di 20-25 milioni per tentare l’assalto per esempio al portiere da affiancare a Sommer fra Bento (Athletico Paranaense) o Martinez (Genoa); oppure essere utilizzati come contropartita in altri affari.

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Carboni pezzo pregiato come Casadei

Ma se l’Inter vorrà avere la libertà di provare un colpo in entrata come quello fatto la scorsa estate per Pavard, pagato 30 milioni, vedi Buongiorno in difesa o Gudmundsson in attacco, servirà una cessione più importante, che permetta di chiudere la sessione, fra entrate e uscite, in parità o addirittura in attivo. Ed è qui che arriva il nome di Valentin Carboni. Per il fantasista argentino, classe 2005, l'Inter, già a gennaio, ha rifiutato due offerte intorno ai 20 milioni. Da una parte perché il club nerazzurro considera Carboni un potenziale titolare del futuro, dall'altra perché la sua valutazione, grazie a una prima stagione in A più che positiva e l'esordio nella nazionale maggiore il 26 marzo, è considerata maggiore. Quanto? Intorno ai 30 milioni.

L'Inter, come accaduto nell'agosto 2022, per non cedere un big potrebbe ripetere quanto fatto con l'allora stellina della Primavera, Cesare Casadei, venduto al Chelsea per 15 milioni più 5 di bonus. I dirigenti non vorrebbero privarsi di Carboni e il percorso migliore sarebbe quello di un nuovo prestito, però se arriverà un'offerta vicina o superiore ai 30 milioni, difficilmente verrà respinta. E con quell'incasso i dirigenti potranno svolgere nuovamente un discreto mercato, a prescindere da chi ci sarà in cabina di comando.

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A rafforzare l’ipotesi che ci siano reali problemi fra Zhang e Pimco o che la formula studiata per ottenere i 435 milioni e rimborsare Oaktree non sia quella giusta per chiudere la questione in maniera positiva per il presidente cinese (un bond a due anni), lo si è intuito anche dalla scelta dello stesso Oaktree di ingaggiare un professionista di grande esperienza della comunicazione in Italia. Una mossa significativa, a dimostrare delle necessità di aprire un determinato canale nell’ambiente sportivo nostrano. Oaktree ha sempre spiegato nel corso degli scorsi anni di non voler gestire l’Inter e di pensare quindi a una cessione nel giro di un anno a un soggetto chiaramente interessato al club nerazzurro (attenzione al mondo saudita), al tempo stesso però il fondo americano non vuole farsi trovare impreparato qualora si configuri quanto finora prospettato. Oaktree ha comunque due consiglieri nel cda nerazzurro (Carlo Marchetti e Amedeo Carassai) che conoscono ogni aspetto della società e molti suoi dirigenti sono spesso a San Siro e in tutti gli eventi legati al club. Insomma, Oaktree sa cos’è l’Inter, è informata di ogni aspetto economico della società e non avrà problemi a guidare un periodo di transizione in attesa di passare la mano.

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