Inter, il derby degli inganni: prime crepe per Inzaghi

Dopo la prova di forza con il Milan la squadra è ricaduta nei vecchi errori: la sconfitta contro il Sassuolo ha fatto riemergere i dubbi sulla tenuta mentale
Inter, il derby degli inganni: prime crepe per Inzaghi© Roberto Garavaglia/ag. Aldo Liverani sas

Se il derby ha ferito il Milan, che ha perso la sfrontatezza espressa nelle prime giornate, tornando a
vincere con un gioco però meno fantasioso e più concreto, non si può certo dire che l’Inter ne sia uscita meglio. Anzi. Risultati alla mano, il 5-1 nel derby ha frenato di più la corsa dei nerazzurri che hanno sì vinto a Empoli, ma dopo una gara complicata e con un jolly di Dimarco da fuori. Ma prima e dopo - con Real Sociedad e Sassuolo - hanno mostrato il lato probabilmente peggiore di sé, facendo riemerge certi fantasmi della scorsa annata.

Al debutto in Champions, l'Inter ha subito per 70 minuti, salvo poi trovare l’1-1 a tre minuti dal 90'; nell’infrasettimanale col Sassuolo il primo ko in stagione in una partita che a molti ha ricordato tante del campionato scorso, quando la formazione di Inzaghi perse ben 12 gare. Insomma, quella che sembrava una squadra quasi perfetta, destinata ad andare in fuga sfruttando il buon calendario, ha mostrato le prime crepe. Niente di irreparabile, siamo al 29 settembre e c’è tutta una stagione da affrontare, ma nelle ultime uscite si è capito che l’Inter non potrà sedersi sugli allori, cullandosi della forza espressa contro il Milan. Ci vorranno un altro atteggiamento e un’attenzione diversa per evitare di incappare, in particolare in Serie A, negli errori che nelle due stagioni di Inzaghi hanno prima regalato lo scudetto al Milan e poi complicato la rincorsa a un posto Champions.

Testa e gambe

L’aspetto mentale è indubbiamente uno dei punti foca- li dell’analisi dell’ultima settimana dell’Inter, ma non può essere scisso da quello fisico. Inzaghi a San Sebastian, sulla scia di quanto successo nel finale dell’annata scorsa, ha dato il via al turnover, ma forse ha esagerato con i cambi (cinque, anziché i più “canonici” tre, uno per reparto) e, contando anche le gare con Empoli e Sassuolo, ha escluso dalle rotazioni alcuni giocatori che proprio contro gli emiliani sono sembrati più cotti di altri.

Per esempio, sono sempre scesi in campo da titolari Bastoni (male in Champions e col Sassuolo), Mkhitaryan (meno brillante della versione espressa fino al Milan) e Lautaro Martinez (in gol in Spagna, ma oggettivamente scarico negli ultimi 270 minuti). Probabilmente una gara di stop per ognuno di loro sarebbe stata utile: a Salerno riposeranno? Anche perché martedì a San Siro arriverà il Benfica e, dopo l'1-1 di San Sebastian e il contemporaneo ko dei portoghesi col Salisburgo, la gara sarà già fondamentale in ottica qualificazione agli ottavi.

Attacco...corto

A proposito di Lautaro, l'infortunio di Arnautovic e la decisione di non investire su uno svincolato hanno riacceso il dibattito sull'attacco. Da Conte in poi, l'Inter ha scelto di avere sempre quattro giocatori - integrando poi il reparto con dei giovani, vedi Sebastiano Esposito o Valentin Carboni -, ma, tolta l'annata 2020-21, quella chiusa con lo scudetto, ci sono sempre stati degli infortuni a condizionare le scelte: Sanchez con Conte, Correa nel primo Inzaghi e Lukaku la stagione passata. Adesso, senza l'austriaco, il tecnico dovrà gestire due mesi con tre giocatori più i giovani e i centrocampisti da avanzare. Forse una quinta punta "pronta" sarebbe servita, considerando anche le esperienze passate.

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