Inter, la verità col Sassuolo

Inzaghi, ecco la scintilla: “Diamo seguito alla vittoria in Champions”
Inter, la verità col Sassuolo© Roberto Garavaglia/ag. Aldo Liverani sas

MILANO - Dopo aver sbancato Anfield, Inzaghi può orgogliosamente mettersi al petto un’altra medaglia: l’ultimo allenatore interista capace di battere il Barcellona era stato José Mourinho nell’epica semifinale di Champions del 20 aprile 2010 (3-1, pure allora maturato tra le polemiche). In questo, Simone ha fatto meglio di Luciano Spalletti e Antonio Conte, suoi predecessori in nerazzurro, entrambi “rimbalzati” sul muro blaugrana: dovesse ripetersi al Camp Nou, metterebbe piede nella storia del club considerato che là ci ha vinto soltanto Heriberto Herrera (2-1, il 14 gennaio 1970, andata degli ottavi di finale di Coppa delle Fiere) mentre, negli altri sei precedenti l’Inter - oltre a perdere sempre - ha incassato 14 segnandone appena uno, con Lautaro Martinez nell’ultimo scontro diretto, giocato ai tempi di Conte (successo blaugrana per 2-1 in rimonta, 2 ottobre 2019). Mercoledì Inzaghi potrà anche pareggiare per mettere un’ipoteca sulla qualificazione agli ottavi, il che avrebbe quasi del miracoloso a giudicare dal pessimismo diffuso che era seguito al sorteggio di Istanbul: quasi superfluo sottolineare l’importanza della sfida del Camp Nou pure per Suning, considerato che i soldi per la qualificazione agli ottavi erano già dati per persi dopo aver visto la composizione del girone in cui - non va dimenticato - l’Inter partiva dalla terza fascia.

Il primo obiettivo di Steven Zhang è però conquistare la seconda stella e, dopo aver visto la partita con il Barcellona, a rendere tutti un po’ più ottimisti è il ricordo che, un campionato fa, dopo 8 giornate l’Inter era a 7 punti dal Napoli e a 5 dal Milan: mentre la forbice con i rossoneri è uguale, il deficit con la squadra di Luciano Spalletti è di appena un punto in più. Il gap si può annullare ma tutti ad Appiano sanno che, dopo aver perso già 4 partite, l’Inter ora dovrà iniziare a correre. Però, è convinzione di Inzaghi, con lo stesso spirito mostrato col Barcellona, la squadra può andare lontano pure in campionato. L’allenatore segnali di svolta li aveva già notati contro la Roma, come spiegato nella pancia di San Siro martedì notte: «sabato avevo visto cose buone, condite da un paio di errori che in altri momenti non sarebbero costati la sconfitta e invece sabato è arrivata una sconfitta molto dolorosa». Quanto ripetuto ai giornalisti, Inzaghi l’aveva detto pure alla squadra nel preparare la gara di Champions: era infatti convinzione dell’allenatore che bastava ripetere quella prestazione, azzerando gli errori, per fare una grande partita contro la squadra di Xavi. La vittoria col Barça può essere volano anche per cambiare marcia in campionato: «Questa può essere la scintilla giusta - ha sottolineato l’allenatore - volevamo regalare una serata così alla società e ai tifosi. Deve essere l’inizio, ci deve dare autostima perché abbiamo un futuro pieno e denso di partite. Ora dobbiamo dare seguito sabato». Già, “Sassuolo come Barcellona”: sarà il mantra di Inzaghi quando nella riunione tecnica analizzerà, finalmente con animo sollevato, quanto fatto in Champions. Con i risultati, è convinzione dell’allenatore, arriverà pure il gioco.

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In tal senso sarà fondamentale il recupero di Romelu Lukaku che può fornire una importantissima variante allo spartito permettendo alla squadra di abbassarsi e ripartire: Big Rom però non ci sarà certamente a Reggio Emilia e difficilmente pure a Barcellona, partita in cui sarebbe servito come il pane. Assenza che rischia di sommarsi a quella di Joaquin Correa che per il colpo subìto nel primo tempo ha accusato un risentimento tendineo al ginocchio sinistro: molto difficile ci sia col Sassuolo, il che rende obbligatorio l’utilizzo di Dzeko e Lautaro nel match che farà da antipasto alla sfida del Camp Nou. Una partita, quella contro i ragazzi di Dionisi, da cui Inzaghi si aspetta molto: l’allenatore lo considera un vero esame di maturità dopo che la squadra ha dimostrato quanto possa essere competitiva anche contro uno dei top team in Europa. Una vittoria, quella col Barça, che ha interrotto la serie negativa nei big match, finora tutti persi in stagione. La scintilla tanto attesa è arrivata: ora bisogna coltivare il seme di una notte che può, per l’Inter, fare da crocevia alla stagione. E di certo ha allontanato tutte le nubi dalla Pinetina perché è vero che i dirigenti hanno sempre confermato la fiducia a Inzaghi in privato e in pubblico (Marotta lo ha fatto anche prima del Barça) però, come sempre ripetuto da Inzaghi, a giudicare gli allenatori sono i risultati. E quello col Barça, è stato inaspettato e scintillante.

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