MILANO - Non ha perso tempo, Simone Inzaghi. Dopo lo sbarco in Centrale, si è diretto alla Pinetina dove, dopo aver ammirato le strutture nerazzurre, si è intrattenuto in un vertice di mercato con Piero Ausilio e Dario Baccin. Poi c’è stata la cena con Steven Zhang e Alessandro Antonello (Beppe Marotta lo aveva scortato nelle prime ore) accompagnati dal resto della dirigenza. Una full immersion che denota il grande entusiasmo con cui l’allenatore affronta la nuova avventura. Nell’Inter crede ciecamente Simone, tra i bonus inseriti nel contratto non c’è quello per la qualificazione Champions che dovrebbe essere ormai la norma per una squadra che, dopo i due quarti posti con Luciano Spalletti, nel biennio con Antonio Conte si è piazzata seconda, quindi prima. Ha firmato un biennale da 3.5 più bonus e ha ottenuto di portare con sé sette uomini dello staff che aveva alla Lazio. Con Inzaghi c’era pure il suo “consulente” Tullio Tinti (scortato dal braccio destro Manuel Montipò): essendo pure procuratore di Andrea Ranocchia, non si fa peccato a pensare che presto, dopo Alessandro Bastoni, arriverà un altro rinnovo in difesa, considerato che serve come il pane un vice De Vrij. Una alleanza, tra Tinti e l’Inter, che può portare ottimi frutti anche sul fronte Raspadori, talento che negli anni è stato sempre seguito dai nerazzurri. Raspadori non è una priorità, però il mercato è ancora nella sua fase embrionale (bisogna capire cosa avverrà con Lautaro Martinez) e il Sassuolo ha dichiarato di non volersi privare del ragazzo.