Di Stefano Pasquino
MILANO - La capolista? Ha uno splendido motore diesel. Problema è che, ogni qual volta si ferma, fatica a riprendere la marcia. L’Inter infatti, dopo le tre soste di campionato, non ha mai vinto due gare di seguito. Il dato è di per sè piuttosto preoccupante, considerato che i nerazzurri sono attesi, alla ripresa, dalla trasferta di Bologna e dal recupero con il Sassuolo. A giudicare da quanto accaduto nei primi mesi di stagione, il Milan farebbe bene a credere di poter accorciare le distanze. In tal senso, i risultati a referto sono impietosi e inquieta la somiglianza tra questa sosta e quella di ottobre, quando - proprio come oggi - l’Inter era stata falcidiata dal Covid. Allora erano sei i positivi, stavolta - a meno di nuove sorprese - siamo a quattro (Handanovic, De Vrij - la spina dorsale della difesa - più Vecino e D’Ambrosio).
Riaccendere la spina
Quanto accaduto in passato, però deve essere tenuto a mente. Il fatto di dover “riaccendere la spina” si è rivelato fin qui un problema per l’Inter e probabilmente l’allenatore sarebbe stato molto più contento di aver giocato con il Sassuolo per avere dopo Bologna una settimana libera, utile per mettere a punto il motore della squadra. Così non sarà e tocca quindi affidarsi ai sudamericani che, a differenza del passato, non si sono sobbarcati la trasvolata oceanica per rispondere signorsì ai rispettivi ct. In tal senso, incrociando le dita perché Romelu Lukaku torni come nuovo dal Belgio, Conte - quanto meno - potrà contare a Bologna su Lautaro Martinez e Alexis Sanchez ben riposati e rigenerati da quasi due settimane di allenamento senza partite. Antidoto migliore per ripartire di slancio e non dare speranza di riavvicinamento alla concorrenza. Per riuscirci, l’Inter deve alzare ancora l’asticella rispetto a quanto fatto finora, visto che dopo che si è fermata, ha sempre pericolosamente sbandato fino a finire fuori strada.
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