MILANO - Samir Handanovic il 26 settembre scorso contro la Fiorentina ha iniziato la sua nona stagione con l'Inter. Il portiere sloveno è arrivato a 352 partite totali e nella speciale graduatoria dei portieri con maggiori presenze in nerazzurro è già al terzo posto di sempre, con il secondo, Ivano Bordon a 382, a portata di mano se la stagione ’20-21 non gli riserverà delle sorprese. Walter Zenga rimane probabilmente irraggiungibile a 473. Handanovic ha iniziato la stagione con il contratto in scadenza nel 2021, ma con il club è già stato trovato a inizio settembre l’accordo per prolungare fino al 2022. L’intesa non è stata ufficializzata, ma di fatto il capitano difenderà la porta dell’Inter anche nella prossima stagione, sempre che il club non decida nel frattempo di cambiare la strategia sul secondo portiere: in quest’annata, infatti, Marotta e Ausilio, di comune accordo con Conte, hanno deciso di cambiare il vice e riportare a casa il 23enne Radu. L’idea, quindi, è stata quella di confermare in toto Handanovic, permettendo al romeno di crescere alle sue spalle. Cosa accadrà a fine stagione, poi, lo si capirà solo nei prossimi mesi e dipenderà ovviamente da due fattori: il percorso di Radu e il rendimento di Handanovic.
Già, perché in questo avvio di stagione Handanovic non ha quasi mai indossato i panni di "Batman". Non ha giocato male, sia chiaro, ma non è andato oltre il minimo sindacale. Tolto il rigore parato a Ibrahimovic nel derby e due interventi importanti contro il Real Madrid, Handanovic è rimasto... normale. Che Handanovic non abbia raggiunto i suoi soliti standard è ben spiegato da un dato: in campionato l’Inter ha subito 22 tiri nello specchio e 11 volte ha subito gol. Di conseguenza, Handanovic ha effettuato 11 parate, dunque il portiere ha subito gol il 50% delle volte in cui ha ricevuto un tiro (stesso bilancio in Champions, 10 tiri nello specchio e 5 gol incassati).