Conte non oscura i meriti di Spalletti

Luciano ha saputo dribblare gli ostacoli e centrare l’obiettivo
Conte non oscura i meriti di Spalletti© Marco Canoniero

Non si parla, in questi giorni, che dei nuovi allenatori. Giustamente a tenere banco sono i tecnici a cui club e tifosi chiedono, a seconda delle situazioni, un gioco più spettacolare o migliori risultati. Si finisce, insomma, per dimenticare il passato, ignorando o dimenticando alcuni dati di fatto importanti che il recente passato ha comunque consegnato. Attestati di stima sono arrivati legittimamente per Allegri, segnali di gratitudine per Gattuso, riconoscimenti alla lealtà e alla passione nel lavoro per Ranieri. Si parla poco invece di un allenatore che meriterebbe maggiore considerazione, per l’impegno profuso, i traguardi centrati e le difficoltà incontrate. Questo allenatore è Luciano Spalletti, di cui si sono sempre sottolineate le sortite dialettiche, ma che nei contenuti - perché poi è dai contenuti che si giudica un professionista - ha sempre risposto nel migliore dei modi. Centrando perfettamente il budget fissato dalla società.

Sapete ad esempio quanti allenatori negli ultimi due anni hanno centrato per due volte la zona Champions League? Solo due. Il pluriscudettato Allegri e appunto Spalletti. Capace di arrivare a tagliare il traguardo, in tutte e due le occasioni, all’ultima giornata. Un particolare che testimonia anche la capacità, trasferita poi ai giocatori, di restare concentrati fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata. Qualità non trascurabile, in un mondo che vede allenatori e squadre perdere spesso la capacità di mantenere alta e costante l’attenzione. Spalletti anche stavolta, insomma, ha centrato l’obiettivo. Dribblando gli ostacoli che costantemente si è trovato davanti. Perchè se è vero che la squadra è stata in estate rinforzata, è anche vero - e nessuno lo ricorda - che sempre in estate ha perso Cancelo e Rafinha, o che nel corso della stagione ha dovuto fare a meno con il tormentone Icardi, che ha portato l’Inter a giocare senza il suo centravanti per due mesi e in alcune gare senza neppure un attaccante di ruolo.

Una storia che Spalletti ha gestito alla sua maniera, esponendosi anche oltre misura, e verrebbe da dire se non generosamente comunque mettendoci la faccia, malgrado non avesse certo voluto lui tutto quel can can. E poi, parliamoci chiaro, quanti allenatori sarebbero riusciti a tenere alta la concentrazione sul lavoro - premiato anche da due successi nei derby - mentre impazzavano le voci sul suo sostituto? Da febbraio tutti hanno cominciato a dire che all’Inter sarebbe arrivato Conte: pensate che l’unico non saperlo fosse Spalletti? Eppure l’Inter, tra alti e basi, difficoltà e risalite, ha centrato il suo obiettivo.Insomma, questo festival impazzito degli allenatori, ci consegna motivi di curiosità e di grandi speranze, legate ai nuovi arrivati. Ma anche figure che avrebbero meritato e meriterebbero maggiore considerazione e gratitudine. E oggi sono sul mercato, con il loro curriculum e numeri che non mentono. Sapete, per dirne un’altra, quali sono state le due stagioni migliori dell’Inter - in fatto di punti in classifica - dal post triplette a oggi? Le due di Spalletti, che ha salutato senza neppure togliersi un po’ di sassolini, che - per tutto ciò che abbiamo detto - sono sicuramente molto fastidiosi.

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