
TORINO - Javier Pastore ha detto sì all’Inter ed è pure disposto a spalmarsi l’ingaggio pur di tornare in Italia. L’effetto Sampaoli (ieri il commissario tecnico dell’Argentina era in visita pastorale alla Roma) è stata la molla che ha fatto rompere gli indugi al giocatore che teme seriamente di perdere il Mondiale in terra di Russia. Così nell’ennesimo incontro tra Marcelo Simonian e la dirigenza dell’Inter si è arrivati a un accordo sull’ingaggio del giocatore: impossibile garantirgli 8,5 milioni a stagione pure a Milano, ma Pastore si è detto disposto a prendere i 12 milioni che ancora gli deve il Paris Saint-Germain fino al 2019 spalmando l’accordo con l’Inter fino al 2021, a questo andrebbero aggiunti dei bonus legati alle presenze e ai risultati raggiunti dal club nerazzurro. Lo scoglio più grosso sarà però convincere Nasser Al-Khelaïfi a cedere l’argentino in prestito con diritto di riscatto a 30 milioni, la cifra che l’Inter può stanziare per l’operazione. Al di là del rischio di ritrovarsi Pastore a un anno dalla scadenza in assenza di rinnovo con i nerazzurri, c’è una questione legata squisitamente all’affetto che Nasser prova per quello che è stato il suo primo grande colpo una volta sbarcato a Parigi. Per questo è convinzione comune che dovrà essere proprio l’interessato, sfruttando l’assist di un Mondiale ormai alle porte, a provare a forzare la mano con Al-Khelaïfi.