Calhanoglu: "Contatti principalmente con Ferdico"
Otto giorni dopo l'allenatore è stata la volta del giocatore turco che ha confermato i contatti con la tifoseria nonostante "la società mi avesse informato che non potevo intrattenere rapporti di alcun tipo con i tifosi (…). Io l’ho fatto. Perché io sono una persona aperta, perché sono fatto così”. Da Marco Ferdico a Maurino Nepi al rampollo della ’ndrangheta Antonio Bellocco, Calhanoglu spiega contatti e incontri: “Io ho incontrato Ferdico sette, otto volte, come ho già anticipato, presso il bar Dono e presso il ristorante Zenzero per un aperitivo. Lui di solito veniva da solo, ma qualche volta è venuto con il padre, e una volta si è presentato con un ragazzo molto basso di statura, è la stessa persona che è sugli articoli di giornale, in quanto è la persona che è stata uccisa (...) Antonio Bellocco, preciso che ho memorizzato il suo nome dopo aver saputo dell’omicidio, ricordo che a uno di questi incontri è venuto anche un altro ragazzo, che loro chiamavano Ciak (Matteo Norrito, elemento del direttivo e coinvolto nell’indagine, ndr) so che era un ultrà (…). I contatti li tenevo principalmente con Marco”. Prosegue: "Con Bellocco non avevo rapporti (...) ma è capitato che quando Marco mi videochiamava ci fosse anche lui e spostava il cellulare inquadrando Bellocco e facendo vedere che lui era in compagnia di Bellocco. In quelle occasioni avveniva soltanto uno scambio di saluti e mi incitava al buon rendimento delle mie prestazioni sportive”.
Calhanoglu e il rapporto con Ferdico
Ad inizio verbale il giocatore turco racconta: “I miei rapporti con gli ultras sono iniziati dopo il derby Milan-Inter della stagione 22/23, in quella partita io ho segnato su calcio di rigore (...) gli ultras, non so come abbiano ottenuto il mio numero di telefono (…). Penso il giorno dopo di aver ricevuto un messaggio whatsapp da una persona che si è firmata Marco Ferdico, che al momento non conoscevo, il quale mi ha scritto: siamo orgogliosi di averti nel nostro club, continua così, che dobbiamo vincere le coppe. Io ho isposto: grazie mille e forza Inter. All’inizio non ho detto nulla a nessuno (…) dopo una settimana mi sono informato su chi fosse Ferdico - spiega -. Il mio rapporto con Ferdico è continuato, ci scambiavamo spesso messaggi, mi ha chiesto (...) delle maglie, lui mi diceva che le voleva dare ai bambini dell’ospedale (…). Le maglie che ho dato a Ferdico erano sia mie sia di altri miei compagni di squadra”.