Il racconto di Anghinelli
A luglio di quest'anno Anghinelli, sopravvissuto per miracolo, si trova a Cologno Monzese per salutare gli operatori di una Comunità in cui è stato affidato in passato e si presenta, quasi per caso, nel negozio di prodotti tipici dove incontra Lucci. "Ciao Luca", gli dice raccontando agli investigatori di averlo visto quasi "impietrito" di fronte al saluto. "Sai chi sono? Sono qua in pace", afferma mostrandogli di avere un piede ingessato e una stampella e di volere solo chiarimenti sulle varie aggressioni che lo hanno visto vittima negli anni. "Qua non puoi stare! Te ne devi andare", gli urla Lucci. Se ne va e torna qualche minuto dopo per ritirare la spesa. Compaiono altri due uomini. Uno che indentifica in "Alex Cologno" (vero nome Hagag Islam) e Cataldo che arriva a bordo di uno scooter e lo aggredisce alla spalle con "tre pugni". "Ti faccio mangiare il fascicolo.. che mi hai accusato". Sente Lucci gridare: "Daniele vattene che stanno arrivando i carabinieri". Si allontanano. "Io mi sono alzato - racconta Anghinelli - e mentre raccoglievo i miei occhiali da terra ho sentito Alex Cologno che mi ha detto: 'sei un morto che cammina' ed ha fotografato con il suo cellulare la targa della mia auto nel momento in cui stavo salendo".