“Inzaghi troglodita” e i confronti con Zanetti: così Ferdico ha preso l’Inter

Biglietti, pressioni e minacce: chi è l’uomo chiave della Curva Nord che gestiva i rapporti con la società e si interfacciava con i nerazzurri di ieri e di oggi

L’inchiesta “Doppia Curva che da due settimane ha scatenato una bufera intorno agli ultrà di Inter e Milan, azzerando i vertici della Nord (Curva nerazzurra) e della Sud (rossonera), ha posto in “vetrina” due uomini più di altri: Marco Ferdico per la sponda interista e Luca Lucci per quella milanista. Ma chi è Ferdico, protagonista di decine di pagine dell’inchiesta portata avanti dal procuratore capo di Milano Marcello Viola, coadiuvato dal gip Santori e dai pm Storari e Ombra? Ha 38 anni, precedenti per droga, seppur lontani nel tempo, e si occupa, come aveva spiegato lui stesso, di "servizi di lusso per turisti a Ibiza". Nel quadro tracciato dalle indagini, Ferdico è l’uomo che tiene i “rapporti” con il club e con i giocatori, come si è capito dalla lettura delle carte e dai successi interrogatori cui sono stati sottoposti in questa settimana Simone Inzaghi e Javier Zanetti.

Ferdico e il patto con la curva rossonera

Per ottenere ciò che vuole - in primis i biglietti per la finale di Champions 2023 - si confronta direttamente con vecchie glorie nerazzurre come Materazzi e lo stesso Zanetti, scrive al tecnico Inzaghi, incontra di persona i calciatori come l’ex difensore Skriniar o Calhanoglu (tutti, ricordiamo, non sono indagati). Per la Procura, Ferdico è uno dei tenutari del “patto di non belligeranza” che le tifoserie organizzate di Milan e Inter avrebbero stretto in vista di guadagni comuni, come l’incasso della vendita di alcuni biglietti ricevuti proprio per la finale di Istanbul. In fondo lo aveva in un certo senso raccontato Ferdico in una lunga intervista rilasciata il 16 marzo 2024 al Corriere della Sera quando aveva parlato di un episodio legato a un coro di Federico Dimarco contro i tifosi rossoneri al termine del derby di Champions 2022-23 vinto dai nerazzurri: "Non è colpa di Dimarco, non poteva saperlo. Cosa? Che avevamo stretto un accordo con i capi della curva rossonera: basta parlare di scontri o incidenti. C’è un patto di non belligeranza che va avanti da 40 anni. È una garanzia per tutti. Ci si incontra, ci si confronta. Milano sarebbe un campo di battaglia". Ma, come si è scoperto dalle indagini, l’accordo andava oltre al non cantare certi cori. Stante il super Daspo pendente su Andrea Beretta (dieci anni), altro capo ultrà, Ferdico è diventato nel tempo qualcosa di più di un semplice portavoce, implicato - fra le altre cose - nel traffico dei biglietti. E non solo.

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Ferdico, Bellocco e Beretta

Nelle carte dell’inchiesta emerge un rapporto sempre più stretto di Ferdico con Antonio Bellocco, rampollo della ‘ndrangheta di Rosarno, ucciso il 4 settembre proprio da Andrea Beretta (ovviamente pure lui arrestato) per motivi di egemonia della curva e anche economici. Dalle indagini, però, si evince come la scalata di Bellocco fosse stata spalleggiata proprio da Beretta e Ferdico. Una sorta di triade che ha preso maggiore potere all’indomani dell’omicidio dell’ex capo ultrà Vittorio Boiocchi nell’ottobre 2022. Nelle carte emerge come Ferdico avesse legato molto con Bellocco. I due facevano vacanze insieme alle loro famiglie, si chiamavano “fratelli”. Quando Bellocco è stato ucciso, Ferdico sui social gli ha dedicato un lungo post in una storia di Instagram: "Non ti dimenticherò mai, sarai sempre la parte più bella di me".

Al tempo stesso, però, nelle intercettazioni della Procura ecco una confidenza di Ferdico ad alcuni compagni di curva sullo stesso Bellocco: "Lui è qua per un motivo, eh. Si è impuntato che se la doveva prendere e se l’è presa. Fa delle battute che non mi piacciono, dice: “Non mi tradire sennò mi tocca ammazzarti, guarda che di te e Beretta sappiamo già come vi chiamate, nome, cognome, come si chiamano i vostri figli...”.

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Il pressing sul club

Ferdico però è salito agli onori delle cronache in queste due settimane per le intercettazioni legate a Inzaghi e ad alcuni giocatori, pressioni che hanno portato la Procura a evidenziare come la "società interista si trova in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord". Per esempio Ferdico, insieme a Mauro Nepi (arrestato) è colui che incontra il 24 gennaio 2023 Skriniar, allora in scadenza di contratto. Presso il bar Tenconi vicino a San Siro, i due vedono per una ventina di minuti lo slovacco e Ferdico poi riferisce a Beretta: "Gli tremava la voce, aveva paura quando ha iniziato, poi si è lasciato andare, però c’ha messo la faccia". È noto poi lo scambio del 26 maggio 2023 con Inzaghi - che chiedeva di tifare a Istanbul dopo lo sciopero di 15 minuti nella finale di Coppa Italia contro la Fiorentina - per i biglietti per l’ultimo atto di Champions: "Te la faccio breve mister... ci hanno dato 1.000 biglietti, noi ci siam fatti due conti, ne abbiam bisogno 200 in più per esser tranquilli: ma non per fare bagarinaggio mister... arriviamo a 1.200 biglietti? Questa è la mia richiesta".

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Ferdico: "Inzaghi troglodita"

Ferdico però parlava così di Inzaghi con Nepi, spiegando al “collega” ultrà di voler incontrare il tecnico per parlare di scelte tattiche: "Aggressivo no, però gli dico: Mister, io ti voglio dire una cosa... qui sei a Milano non sei in provincia... a me mi dispiace, però devi iniziare a tirare fuori un attimo la garra... Il mister è un uomo senza palle, io non ho parole. A questo troglodita qua quando vado lì gli dico: Ma ti vuoi svegliare o no, pagliaccio, che lo spogliatoio è pieno di gruppetti e non sei capace a smaltire? Vado in Pinetina e gli faccio volare le scrivanie, gli rendo la vita impossibile a tutti quanti". E pensare che Ferdico, sempre nell’intervista al Corriere della Sera, dichiarava che "non si può parlare di criminalità all’interno della Curva Nord: qualsiasi tipo di abuso, estorsione o spaccio viene allontanato. In curva non c’è spaccio di droga; certamente ci sarà qualcuno che ne fa uso. Parcheggi? Paninari? Possiamo garantire che la curva non ha alcun rapporto con tutto questo".

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L’inchiesta “Doppia Curva che da due settimane ha scatenato una bufera intorno agli ultrà di Inter e Milan, azzerando i vertici della Nord (Curva nerazzurra) e della Sud (rossonera), ha posto in “vetrina” due uomini più di altri: Marco Ferdico per la sponda interista e Luca Lucci per quella milanista. Ma chi è Ferdico, protagonista di decine di pagine dell’inchiesta portata avanti dal procuratore capo di Milano Marcello Viola, coadiuvato dal gip Santori e dai pm Storari e Ombra? Ha 38 anni, precedenti per droga, seppur lontani nel tempo, e si occupa, come aveva spiegato lui stesso, di "servizi di lusso per turisti a Ibiza". Nel quadro tracciato dalle indagini, Ferdico è l’uomo che tiene i “rapporti” con il club e con i giocatori, come si è capito dalla lettura delle carte e dai successi interrogatori cui sono stati sottoposti in questa settimana Simone Inzaghi e Javier Zanetti.

Ferdico e il patto con la curva rossonera

Per ottenere ciò che vuole - in primis i biglietti per la finale di Champions 2023 - si confronta direttamente con vecchie glorie nerazzurre come Materazzi e lo stesso Zanetti, scrive al tecnico Inzaghi, incontra di persona i calciatori come l’ex difensore Skriniar o Calhanoglu (tutti, ricordiamo, non sono indagati). Per la Procura, Ferdico è uno dei tenutari del “patto di non belligeranza” che le tifoserie organizzate di Milan e Inter avrebbero stretto in vista di guadagni comuni, come l’incasso della vendita di alcuni biglietti ricevuti proprio per la finale di Istanbul. In fondo lo aveva in un certo senso raccontato Ferdico in una lunga intervista rilasciata il 16 marzo 2024 al Corriere della Sera quando aveva parlato di un episodio legato a un coro di Federico Dimarco contro i tifosi rossoneri al termine del derby di Champions 2022-23 vinto dai nerazzurri: "Non è colpa di Dimarco, non poteva saperlo. Cosa? Che avevamo stretto un accordo con i capi della curva rossonera: basta parlare di scontri o incidenti. C’è un patto di non belligeranza che va avanti da 40 anni. È una garanzia per tutti. Ci si incontra, ci si confronta. Milano sarebbe un campo di battaglia". Ma, come si è scoperto dalle indagini, l’accordo andava oltre al non cantare certi cori. Stante il super Daspo pendente su Andrea Beretta (dieci anni), altro capo ultrà, Ferdico è diventato nel tempo qualcosa di più di un semplice portavoce, implicato - fra le altre cose - nel traffico dei biglietti. E non solo.

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