“Inter? Rapporto trasparente, sapeva tutto e si interfacciava con noi”

Ecco quanto avrebbe riferito al proprio legale Andrea Beretta, l’ex leader della Curva Nord in cella per l’omicidio Bellocco

"Con la società c'era un rapporto trasparente. Era a conoscenza delle problematiche e ci siamo sempre interfacciati con i responsabili della sicurezza e dei rapporti con le tifoseria per risolvere tutte le questioni. Nessuno ha mai fatto pressioni e minacce. Quando c'era bisogno di più biglietti li chiedevamo, quando c'era da organizzare trasferte ci rivolgevamo a loro". È quanto, in sintesi, avrebbe riferito al proprio legale Andrea Beretta, il capo ultras dell'Inter arrestato ieri nell'inchiesta della Procura di Milano che ha azzerato i direttivi delle Curve milanesi (è accusato anche dell'omicidio del 'ndranghetista Antonio Bellocco avvenuto il 4 settembre a Cernusco sul Naviglio nel primo filone d'indagine). Beretta comparirà domani mattina alle 10 per il primo interrogatorio di garanzia in carcere a San Vittore davanti al gip di Milano, Domenico Santoro. Stamane, parlando con il legale, ha spiegato anche la sua versione sui biglietti per la finale di Champions a Istanbul: "Avevamo fatto una richiesta iniziale ma ce ne sono stati proposti meno della metà. Allora per evitare di lasciare la metà dei tifosi a casa abbiamo detto 'non va nessuno'. Poi invece la società in accordo anche con la Questura è riuscita ad ottenere i 1500 biglietti".

I rapporti con gli addetti alla sicurezza

All'avvocato Mirko Perlino avrebbe parlato di rapporti trasparenti con "gli addetti alla sicurezza" di San Siro e gli SLO, le figure preposte dai club ai rapporti con i tifosi, previsti dalla Uefa. Rispetto all'accusa più pesante di aver agevolato la cosca ndranghetista dei Bellocco, ha negato rapporti diretti con esponenti di famiglie calabresi. "Si interfacciava soltanto con Marco Ferdico", dichiara il legale con riferimento all'altro capo ultras arrestato e che si sarebbe adoperato per far arrivare a Milano Antonio Bellocco, rampollo della 'ndrina di Rosarno in Calabria, trovandogli una sistemazione e facendolo entrare negli affari della Curva.

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