Viola di rabbia e anche il Toro piange. Ma abbiamo una coppa in più

L'Italia si conferma potenza europea del calcio al di là della finale persa dalla Fiorentina. E ora in cinque nel nuovo format Champions
Viola di rabbia e anche il Toro piange. Ma abbiamo una coppa in più© EPA

Avevamo coltivato l’illusione di portare dieci squadre in Europa la prossima stagione. Abbiamo quindi confidato di vederne nove. Ne avremo otto. Non è male, sicuramente, ma un po’ di amaro in bocca rimane per i mancati incastri che non hanno spostato la Roma in Champions League, promosso la Fiorentina in Europa League e ammesso il Torino alla Conference League. Prima l’Atalanta in campionato, quindi la caduta dei viola ieri sera nella finale di Atene hanno deciso altrimenti.

Ancora una volta la squadra di Vincenzo Italiano è stata beffata nei minuti finali. Nei tempi regolamentari la passata stagione contro il West Ham, in quelli supplementari contro l’Olympiacos, prima squadra greca a scrivere il proprio nome in un albo d’oro di una coppa. La Conference è stata di nuovo matrigna nei nostri confronti: tre finali con tre italiane, ma soltanto la Roma è uscita vincitrice nella prima edizione. Per la Fiorentina è una delusione cocente, una serata su cui interrogarsi, un momento in cui Rocco Commisso ragionerà sugli impegni futuri. C’è però la consapevolezza di aver acquisito una dimensione internazionale da cui ripartire. Una dimensione che, comunque, ha assunto il calcio italiano, al di là dei problemi fatti di dirigenze litigiose, stadi non all’altezza, bilanci con cui fare i conti al momento del mercato. Perché non può essere un caso aver piazzato cinque squadre in sei finali di due stagioni consecutive: quest’anno abbiamo mancato unicamente la Champions League. E, rispetto al 2023, abbiamo portato a casa un trofeo, grazie alla straordinaria Atalanta costruita dalla famiglia Percassi e plasmata da Gian Piero Gasperini.

Ora il testimone passa alla Nazionale di Luciano Spalletti, impegnata in un Europeo in cui parte da detentrice non favorita. Altre sono le squadre date come candidate alla vittoria finale: una situazione che, spesso, ci ha aiutati. E dopo l’appuntamento in Germania, quello con il volto nuovo delle coppe europee. C’è curiosità soprattutto per il format della Champions League dove, da troppo tempo (Inter 2010), non siamo i più bravi. Sarà questo il banco di prova per il 2024-25, quando cinque squadre dovranno aiutarci a fare un passo in avanti. Quello della consacrazione.

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