Giù le mani dal Como: ma quale razzismo, i sudcoreani scambiano un complimento per un insulto

La federazione di Seul ha addirittura presentato un reclamo alla Fifa: peccato che durante l’amichevole con i lariani, all’attaccante Hee-Chan sia stato rivolto un apprezzamento. Nuova deriva del politicamente corretto

Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere per la nuova conferma delle derive surreali che anche il calcio può subire dal politicamente corretto. Notizia d’agenzia: ‘La Federcalcio della Corea del Sud ha ufficialmente presentato un reclamo alla FIfa circa un commento razzista che sarebbe stato rivolto all’attaccante del Wolverhampton Wanderers Hwang Hee-chan durante l’amichevole giocata con il Como lunedì scorso. Un difensore, rimasto anonimo, è stato accusato di aver chiamato Hwang “Jackie Chan”, popolare star del cinema di Hong Kong nota per i suoi film di arti marziali'. Il giorno dopo, con una nota ufficiale, il Como ha ribadito che il suo giocatore «non ha usato alcuna espressione dispregiativa» e che «la reazione di alcuni giocatori dei Wolves ha ingigantito a dismisura l’incidente». Che cos’era accaduto? Che il calciatore lariano, dopo un’entrata ‘marziale’ di Hee-chan su un compagno di squadra, aveva detto a quest’ultimo: ‘Ignoralo, quello lì si crede Jackie Chan’. Tutto qui?

Il messaggio di Hee-Chan su Instagram

Macché. La Federcalcio coreana (Kfa) ha inviato una lettera ufficiale alla FIfa esprimendo «seria preoccupazione per gli atti razzisti subiti da Hwang Hee-chan», chiedendo di «sradicare il razzismo sul campo di calcio». Bum. Non pago, Hee-Chan ha scritto su Instagram: «Il razzismo è intollerabile nello sport e in tutti gli aspetti della vita. Dopo l’incidente, lo staff tecnico e i miei compagni di squadra mi hanno subito detto che se necessario avrebbero lasciato il campo con me e hanno continuato a controllare il mio stato di salute. Sono molto grato ancora una volta ai miei compagni di squadra. Nonostante tutto questo ho voluto andare avanti e abbiamo fatto quello che dovevamo fare in campo! Infine, grazie a tutti coloro che hanno inviato messaggi di supporto. Non c’è spazio per il razzismo». Certo che non c’è spazio per il razzismo, signor Hee-Chan, però giù le mani dal Como. Parliamo invece dei suoi compagni del Wolverhampton che ‘se necessario avrebbero lasciato il campo’: è vero che la chiamano ‘Channy’? E Channy non è un vezzeggiativo di Chan? Ma no. Massí. Coraggio, lei e la sua federazione chiedete scusa al Como. La lotta al razzismo è una cosa seria. O no?

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...