Pagina 3 | “Motta-Juve, non mi spiego il perché. Orsolini? Nessuno è incedibile”

"Abbiamo già iniziato a parlare con lui per prolungare il contratto, a prescindere dai risultati finali della squadra in questa stagione". L'amministratore delegato del Bologna, Claudio Fenucci, non ha dubbi sulla volontà del club di proseguire con mister Vincenzo Italiano, tra gli artefici maggiori dell'ottima stagione che stanno vivendo i rossoblù, in finale di Coppa Italia contro il Milan - gara in programma mercoledì 14 maggio allo stadio Olimpico di Roma - e in corsa per un posto in Champions. "Non era facile entrare in un gruppo che l'anno scorso si era esaltato per prestazioni e risultati - ha aggiunto ai microfoni di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1 -. È entrato nelle teste dei giocatori e li ha portati a confermare se non a migliorare i risultati dell'anno scorso. Noi abbiamo l'intenzione di proseguire con lui e di prolungare il rapporto, la volontà della società gliela abbiamo manifestata. Meglio vincere la Coppa Italia o tornare in Champions League? Arrivare in finale di Coppa Italia è stato un grande traguardo - ammette Fenucci -. Giocare la finale all'Olimpico è un sogno, per il Bologna ha un valore particolare, lì ha conquistato l'ultimo scudetto (7 giugno 1964, 2-0 nello spareggio contro l'Inter ndr). È un sogno che vivremo tutti insieme. La risposta è scontata: se uno dovesse scegliere, preferiremmo portare a casa la Coppa Italia. Ma ci penseremo nella settimana del 14 maggio". 

 

Fenucci sulla lotta Champions

Gli emiliani alle 18.30 sfideranno l'Udinese al Bluenergy Stadium con l'obiettivo di bissare il successo per 1-0 al Dall'Ara contro l'Inter nell'ultima uscita (rete decisiva di Orsolini in acrobazia nel finale) e riconquistare il quarto posto, attualmente occupato dalla Juve, vittoriosa per 2-0 contro il Monza grazie ai sigilli di Nico Gonzalez e Kolo Muani. "Sarà un duello interessante. Avere tutte le posizioni aperte fino alla fine è una delle grandi peculiarità del campionato italiano, questo va a favore della spettacolarità del torneo. Siamo là con tutte le altre, cercheremo di giocarci le nostre carte fino alla fine. Abbiamo molti scontri diretti, ma pensiamo partita per partita. È un percorso lungo partito dalla Serie B, quando siamo arrivati con la nuova proprietà - ricorda l'ad rossoblu -. Abbiamo cercato di creare le basi nel tempo affinché questa crescita poi si realizzasse. A partire da Sinisa, successivamente con Thiago Motta e adesso con Italiano si è visto un progressivo miglioramento dei risultati, della qualità del gioco e dell'organico. Un percorso che si è verificato attraverso l'arrivo di allenatori che hanno dato un impulso al livello tecnico della squadra e anche con investimenti fatti sui giocatori che sono cresciuti nel tempo".

 

 

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Fenucci sul fallimento di Thiago Motta alla Juve

Nel prossimo turno, domenica 4 maggio alle ore 20.45, il Bologna ospiterà al Dall'Ara la Juve nello scontro diretto per la Champions. I bianconeri, che dovranno fare a meno dello squalificato Yildiz, hanno decisamente cambiato marcia da quando Igor Tudor ha preso il posto di Thiago Motta. A proposito del fallimento dell'italo-brasiliano Fenucci commenta: "Molto difficile dare una risposta, faccio fatica a entrare nelle dinamiche di un'altra società e non sarebbe corretto. Posso solo dire che Thiago Motta è un ottimo allenatore, da noi ha fatto un buon lavoro per risultati e gioco espresso. Al di là dei momenti del distacco, in cui si sono create delle incomprensioni, non posso che parlar bene di Thiago Motta allenatore. Mi spiace che alla Juve non abbia dimostrato quello che ha fatto a Bologna, ma non so dare una spiegazione sul perché è andata così a Torino". Detto che, "per spirito", Lorenzo De Silvestri è da considerare giocatore simbolo del Bologna, Fenucci si sofferma sul momento d'oro di Orsolini: "Riccardo è cresciuto molto, come Ndoye, uno dei migliori esterni a livello internazionale, ma sottolineo anche la continuità di Remo Freuler. Tutti sono cresciuti molto, la squadra ha tante individualità che poi vengono esaltate da questo gioco aggressivo, propositivo e di caratura internazionale che sta portando avanti Italiano". 

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Fenucci sul mercato del Bologna

A proposito di mercato rivela: "Offerte per Orsolini? Come ho già detto in passato, è un figlio di Bologna. In passato, quando abbiamo ricevuto richieste, abbiamo sempre detto che sarebbe rimasto e lui è rimasto volentieri. Come per gli altri il mercato per adesso non esiste. Nessuno è incedibile, ma del mercato credo se ne debba parlare quando sono i momenti giusti. Alla fine non c'è squadra al mondo che non cresca anche vendendo calciatori. Però anche l'anno scorso mi ero lamentato del fatto che, nel finale di campionato, troppo spesso dai media, i nostri giocatori venivano accostati ad altre squadre. Questo crea un po' di fastidio". Infine, sull'idea di una Serie A a 18 squadre: "Tema che va affrontato in un'ottica complessiva, non si può limitare a una scelta numerica, 18 o 20 squadre. Il calcio mondiale deve fronteggiare una serie di sfide importanti: dal cambiamento del mondo media alla sostenibilità economica e ai calendari. Sarebbe necessaria una discussione tra leghe principali europee, Uefa e Fifa per capire che cosa vogliamo fare del calcio del futuro. Se i campionati domestici devono scendere da 20 a 18 per lasciare spazio ad altre partite, non ha senso. Se invece, in un ambito di armonizzazione complessiva dei calendari, tutte le leghe europee decidono di scendere a 18, comprese Liga e Premier League, allora è un discorso che può essere affrontato".
 

 

 

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Fenucci sul mercato del Bologna

A proposito di mercato rivela: "Offerte per Orsolini? Come ho già detto in passato, è un figlio di Bologna. In passato, quando abbiamo ricevuto richieste, abbiamo sempre detto che sarebbe rimasto e lui è rimasto volentieri. Come per gli altri il mercato per adesso non esiste. Nessuno è incedibile, ma del mercato credo se ne debba parlare quando sono i momenti giusti. Alla fine non c'è squadra al mondo che non cresca anche vendendo calciatori. Però anche l'anno scorso mi ero lamentato del fatto che, nel finale di campionato, troppo spesso dai media, i nostri giocatori venivano accostati ad altre squadre. Questo crea un po' di fastidio". Infine, sull'idea di una Serie A a 18 squadre: "Tema che va affrontato in un'ottica complessiva, non si può limitare a una scelta numerica, 18 o 20 squadre. Il calcio mondiale deve fronteggiare una serie di sfide importanti: dal cambiamento del mondo media alla sostenibilità economica e ai calendari. Sarebbe necessaria una discussione tra leghe principali europee, Uefa e Fifa per capire che cosa vogliamo fare del calcio del futuro. Se i campionati domestici devono scendere da 20 a 18 per lasciare spazio ad altre partite, non ha senso. Se invece, in un ambito di armonizzazione complessiva dei calendari, tutte le leghe europee decidono di scendere a 18, comprese Liga e Premier League, allora è un discorso che può essere affrontato".
 

 

 

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