Mai dare per scontata la validità di una propria prestazione, specie se il tuo allenatore si chiama Thiago Motta. Ad imparare la lezione e a farne tesoro, raccontando poi il curioso retroscena, è stato Jhon Lucumí. Il difensore del Bologna, che quest'anno ha collezionato 29 presenze in campionato con i rossoblù, ha svelato un simpatico aneddoto durante un'intervista rilasciata a Relevo.
Thiago Motta e il retroscena di Lucumì
Il centrale classe 1998 ha così parlato della stagione vissuta al Bologna e della gestione di Thiago Motta: "C'era un'ottima connessione con il gruppo. L'ha preparata l'anno precedente, quando abbiamo avuto una buona stagione, e poi l'ha completata in questa stagione. La squadra era molto competitiva. Posso dire che a volte gli allenamenti erano più difficili delle partite. Quando si arriva così diventa incredibile, perché ci si divertiva a giocare".
E a proposito del tecnico, Lucumí ha raccontato un retroscena simpatico, ma che fa capire anche la precisioni chirurgica nello studio e nell'analisi da parte del prossimo allenatore della Juventus: "Motta è una persona molto esigente e laboriosa, non si accontenta di poco: dopo la fine di una partita pensa già alla prossima. Cerca di spingerti al limite in ogni allenamento affinché la partita vada secondo i piani, ma era anche capace di intrattenere gli allenamenti. Ricordo che dopo una partita, in cui pensavo di aver giocato bene, mi chiamò e mi disse il contrario. Non gli piaceva il mio gioco perché dovevo fare una serie di movimenti e mi mostrò in video che non li avevo fatti".
"Bologna, qualificazione Champions incredibile"
Lucumí si è soffermato anche in generale sul campionato vissuto al Bologna: "È stata una stagione incredibile. Sarà ricordata molto perché sono passati quasi 60 anni dall'ultima volta che il Bologna ha giocato in Champions League. Averla raggiunta è stato impressionante. Ho cercato di non pensarci, ma era impossibile. Passava una partita, la vincevi e ti vedevi lì, poi ci pensavi. Ogni partita in una posizione così alta ti fa immaginare che ci sono delle opzioni. Discorsi con i compagni di squadra... Non c'è stato un momento specifico, ogni volta che eravamo tra le prime quattro ci si pensava".
Si cercava di non pensare alla Champions, ma per i calciatori del Bologna era diventato impossibile non farlo: "Ci hanno detto di non farlo. Bisognava andare avanti partita per partita, ma è chiaro che si pensa a entrare in Champions League. Si vedeva dalla squadra che lo volevamo. Pensavamo alla Champions League e a non perdere per non restare indietro in classifica. Anche se non volevamo, ci pensavamo".