Retegui, top in Serie A ma ora c'è la Champions: la gestione di Gasperini

In Europa il bomber non ha ancora lasciato il segno con l'Atalanta, dopo il rigore fallito contro l’Arsenal

BERGAMO - Con quello di Venezia, Mateo Retegui è arrivato a quota 8 gol su 8 partite di campionato. Un risultato molto importante, un bottino che, tanto per citare un precedente illustre, non era stato raccolto nemmeno da Filippo Inzaghi il quale nella stagione 1996-97 si laureò capocannoniere di A in maglia atalantina con 24 reti in 33 partite, 7 nei primi 8 match. Nella storia dell'Atalanta, solo Hansen (stagione 1949-50) riuscì a fare meglio di Retegui realizzando 9 reti, ma ciò che stupisce è che l'ex Genoa non è solo finalizzazione ma anche supporto alla manovra, difesa della palla per far salire i compagni, tecnica (il gol di Venezia è un gioiellino..) e capacità di sacrificarsi a favore dei compagni. Per completare il quadro statistico del nerazzurro, comprendendo le gare europee (Supercoppa e Champions League) ma pure quelle disputate con l'Italia di Spalletti, si arriva a un totale stagionale di 10 gol e 3 assist in 15 partite. Più un rigore fallito contro l'Arsenal e una traversa colpita a Torino.

La stagione di Retegui

La storia della stagione del centravanti argentino che ha scelto l'Italia è particolare, Retegui insieme a Gudmundsson (andato alla Fiorentina) era il punto di riferimento del Genoa, ma dopo la rottura del crociato di Scamacca l'Atalanta ha fatto un vero e proprio blitz per un ragazzo che è passato dal mare di Genova al panorama orobico che si vede dalle Mura. Da Gilardino a Gasperini, dalla Serie A come unico palcoscenico alla vetrina europea. Tutti indicatori di una crescita professionale praticamente iperbolica, con la finalizzazione che impreziosisce le sue prestazioni dove gol e assist rappresentano solo una parte dell'enorme e straordinario lavoro che mette al servizio dei compagni.
Già, al servizio dei compagni. Perché Mateo Retegui non è un animale d'area di rigore ma un giocatore completo che avvia e conclude l'azione, palla a terra o in acrobazia, venendo incontro o cercando spazio in profondità. Basta osservare le sue partite per rendersi conto che la crescita di fiducia è proporzionale a quella delle prestazioni, con il ragazzo che combatte dove serve, si smarca dove può e segna quando deve. Anzi, forse pure di più, perché i numeri, in prospettiva, raccontano di un attaccante che può davvero arrivare a un numero importante di gol, magari non 38 come suggerisce l'aritmetica ma quei 20 che sarebbero comunque davvero un risultato importantissimo. Stagionali, s'intende.
Retegui per il momento sta benissimo, Gasperini cerca di gestirlo al meglio per non rischiare sovraccarichi e già domani con il Celtic, con Lookman e De Keletalere ma anche Cuadrado, Zaniolo e Samardzic ci sono varie opzioni per provare ad incanalare la partita nel miglior modo possibile. Mateo, tra l'altro, non ha ancora lasciato il segno proprio in Champions League. Contro l'Arsenal la gara è terminata 0-0 e il centravanti sudamericano ha fallito sia il rigore del vantaggio sia la comoda ribattuta a rete. Sul campo di Gelsenkirchen, contro lo Shakhtar, Retegui è entrato nella ripresa con la gara praticamente finita ma in tutte le altre sfide si è ben comportato. Ora arriva il Celtic, il primo sigillo di Champions è "maturo".

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