Il tema infortuni è sempre più centrale nel mondo del calcio, come dimostrano i recenti problemi di Bremer, Rodri e Carvajal. Una problematica accentuata da un calendario sempre più fitto che sta probabilmente costando tanto dal punto di vista fisco. Di questi temi ha parlato Piero Volpi, storico medico sociale dell'Inter, ai microfoni di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1, proponendo anche delle possibili soluzioni. Un problema sollevato pochi giorni fa anche da Luca Stefanini, direttore generale del J Medical.
Volpi: "Troppi infortuni, ci si allena poco"
Volpi ha spiegato così il vertiginoso aumento di infortuni nel mondo del calcio nelle ultime stagioni: "L'infortunistica nel calcio è un problema costante e in crescita. Si fa fatica a ridurre e a contenere questi incidenti, da quelli meno importanti come le lesioni ai più gravi come gli infortuni articolari. Il calcio soffre di due-tre situazioni veramente difficili, in primis la densità delle partite. Abbiamo calciatori che giocano tutto l'anno, anche due volte a settimana per lunghi periodi. Ma non è sufficiente dire si gioca troppo. Bisogna dire si gioca troppo e ci si allena poco. Le qualità che deve avere un giocatore come la forza, l'alta velocità e resistenza sono difficili da inserire nel piano di un ciclo settimanale di una squadra di calcio. Si arriva ad avere 240-250 allenamenti nel corso della stagione di cui solo il 25% sono veramente allenanti. E questa è tra le cause prevalenti di infortunio".