Lega-Figc, veleni e minacce: riunione d’urgenza in Serie A

Incontro per elaborare le proposte alla vigilia del summit in Federcalcio. L'intesa tra Gravina e Casini appare lontana

MILANO - Un’assemblea convocata rapidamente per presentarsi con proposte più definite all’incontro con tutte le componenti federali in programma il giorno dopo negli uffici della Figc a Roma. È questa la motivazione che ha spinto la Lega a convocare una riunione di tutti i club di Serie A per lunedì 12 febbraio, 24 ore prima di un altro confronto tra i vertici di Leghe, calciatori, allenatori e arbitri nell’ambito del processo di riforme avviato dal presidente federale Gabriele Gravina. La possibilità di arrivare a una fumata bianca, però, si sta avvitando in una forte contrapposizione tra Serie A e Figc. La scintilla è stata accesa dalla volontà di alcuni presidenti di riproporre l’idea di un’uscita della massima divisione dal sistema della Federcalcio, evocando il modello Premier League di 32 anni fa. Il parallelo non è piaciuto a Gravina che ha sottolineato alcune differenze tra le due situazioni storiche parlando di «strumento di distrazione di massa».

Serie A, la replica di Casini

Il presidente della Serie A, Lorenzo Casini, ha replicato intervenendo al programma “Giù la maschera” su Radio Rai 1: «Non vogliamo uscire dal modello federale, ma disegnare i rapporti con quest’ultimo in modo più equilibrato rispetto a oggi. La A sostanzialmente ha potere nullo in seno al Consiglio federale. E su questo tutte le società sono state d’accordo. Siamo rimasti tutti sconcertati dalla reazione di Gravina. La nostra proposta è stata pacata, di collaborazione e non di contrapposizione. La risposta sembra non dare considerazione alla componente più importante. La Serie A finanzia tutto il sistema, è impensabile che la governance federale non le riconosca il giusto ruolo. Premier e Liga si sono mosse in anticipo con modelli organizzativi moderni che hanno facilitato la vendita dei diritti all’estero, saturando il mercato». Facile immaginare che lunedì in assemblea i toni torneranno ad alzarsi. La riunione inizialmente sembrava doversi svolgere in videocollegamento. Due giorni fa, invece, pareva destinata a essere cancellata. Ieri è stata convocata in presenza in via Rosellini. Indice della volontà di serrare le fila per mettere nero su bianco le proposte da presentare il giorno dopo a Roma.

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Figc, il parere sulla Premier

Nei corridoi della Figc si fa notare che la dinamica, alla base della nascita della Premier League, era diversa. La Football Association inglese detiene la 21ª azione della Premier League che le conferisce una golden share sulle decisioni dei club su vari temi: di fatto un diritto di veto, ad esempio, sulla nomina del Cda della Premier ed eventuali cambi di consigliere, l’approvazione annuale delle linee guida. Curiosamente fu proprio la FA ad approvare la nascita della Premier che non uscì dalla Federazione, ma dalla Football League che univa le prime quattro divisioni.

La posizione di Inter, Milan e Juventus

La FA sostenne la scissione perché voleva indebolire la Football League con la quale era in lite. Da questo punto di vista è come se la Serie A avesse già compiuto questo passo nel 2010 staccandosi dalla Serie B determinando la fine della Lega Calcio. Da allora non si sono visti miglioramenti sostanziali nella velocità decisionale. Casini allontana la riduzione a 18 squadre: «I grandi club, giocando tanto, vorrebbero ridurre il numero delle partite che ha come presupposto diminuire le squadre. Ma semmai bisognerebbe ragionare su format diversi». Inter, Milan e Juventus considerano indispensabile il taglio a 18. Altre grandi sono d’accordo, anche se ritengono non sia ancora il momento di uscire allo scoperto.

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MILANO - Un’assemblea convocata rapidamente per presentarsi con proposte più definite all’incontro con tutte le componenti federali in programma il giorno dopo negli uffici della Figc a Roma. È questa la motivazione che ha spinto la Lega a convocare una riunione di tutti i club di Serie A per lunedì 12 febbraio, 24 ore prima di un altro confronto tra i vertici di Leghe, calciatori, allenatori e arbitri nell’ambito del processo di riforme avviato dal presidente federale Gabriele Gravina. La possibilità di arrivare a una fumata bianca, però, si sta avvitando in una forte contrapposizione tra Serie A e Figc. La scintilla è stata accesa dalla volontà di alcuni presidenti di riproporre l’idea di un’uscita della massima divisione dal sistema della Federcalcio, evocando il modello Premier League di 32 anni fa. Il parallelo non è piaciuto a Gravina che ha sottolineato alcune differenze tra le due situazioni storiche parlando di «strumento di distrazione di massa».

Serie A, la replica di Casini

Il presidente della Serie A, Lorenzo Casini, ha replicato intervenendo al programma “Giù la maschera” su Radio Rai 1: «Non vogliamo uscire dal modello federale, ma disegnare i rapporti con quest’ultimo in modo più equilibrato rispetto a oggi. La A sostanzialmente ha potere nullo in seno al Consiglio federale. E su questo tutte le società sono state d’accordo. Siamo rimasti tutti sconcertati dalla reazione di Gravina. La nostra proposta è stata pacata, di collaborazione e non di contrapposizione. La risposta sembra non dare considerazione alla componente più importante. La Serie A finanzia tutto il sistema, è impensabile che la governance federale non le riconosca il giusto ruolo. Premier e Liga si sono mosse in anticipo con modelli organizzativi moderni che hanno facilitato la vendita dei diritti all’estero, saturando il mercato». Facile immaginare che lunedì in assemblea i toni torneranno ad alzarsi. La riunione inizialmente sembrava doversi svolgere in videocollegamento. Due giorni fa, invece, pareva destinata a essere cancellata. Ieri è stata convocata in presenza in via Rosellini. Indice della volontà di serrare le fila per mettere nero su bianco le proposte da presentare il giorno dopo a Roma.

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