Saranno (quasi) 18 anni. Dal 18 giugno 2005 non vedevamo più uno spareggio in Serie A, dopo la decisione di affidarsi agli scontri diretti per dirimere arrivi a pari punti su ogni fronte: scudetto, qualificazioni europee, retrocessione. Si torna in campo per uno supplemento di campionato con l’obiettivo di non retrocedere, come accadde l’ultima volta tra Parma e Bologna (si salvò il primo). La differenza è nella formula, non più andata e ritorno ma gara secca in 90’ e, in caso di parità, niente supplementari tra Spezia e Verona, protagoniste di questa appendice dopo aver chiuso a quota 31. Una partita che si giocherà domenica a Udine, presumibilmente alle 20.45 Giorno e orario vanno a cozzare con le finali di ritorno del playoff di B e C, ed è un peccato. Lo stadio dovrebbe essere il Mapei, diventato impianto di riferimento quando la pandemia picchiava ancora (qui le finali di Supercoppa e Coppa Italia nel 2021, vinte dalla Juventus di Andrea Pirlo, ultimi successi bianconeri). In un primo tempo favorita sembrava Empoli rispetto a Udine, Lecce e Firenze, poi sono sorti problemi organizzativi. Per il via libera si attende di definire il piano dell’ordine pubblico, ricordando che lo stadio si libererebbe al termine della finale scudetto Primavera, venerdì. Una coda di cui avrebbe fatto volentieri a meno lo Spezia che, con il vecchio regolamento, si sarebbe salvato, per il vantaggio negli scontri diretti: successo a Verona all’andata per 2-1 e 0-0 al ritorno. Una partita, quella del 13 novembre, che aveva visto salire i liguri a un confortante + 8 in classifica (13 punti contro 5) sui prossimi rivali. Era l’ultima giornata prima della pausa per il Mondiale e, dopo Qatar 2022, il mondo si sarebbe ribaltato per lo Spezia.
La staffetta tra Gotti e Semplici ha tolto punti di riferimento allo Spezia
A gennaio la società metteva mano alla squadra, facendo cassa con la cessione di Kwior all’Arsenal e ingaggiando elementi che non sarebbero stati all’altezza (Shomurodov, 15 presenze e un gol) o carnea di assoluti come lo sloveno Cipot e il lettone Krollis. Poco dopo, incassato il 2-2 in rimonta dall’Empoli, veniva esonerato anche Luca Gotti, ritenuto troppo legato a uomini della gestione precedente, e il nuovo dg Eduardo Macia ingaggiava Leonardo Semplici. A bocce ferme, i due hanno avuto una media punti pressoché simile (0.86 per Gotti e 0.80 per Semplici), ma il cambio metteva la squadra in difficoltà dal punto di vista tattico (con il nuovo allenatore che abbandonava l’abituale 3-5-2 per passare al 4-3-3) e mentale. Un esempio? La crisi realizzativa di Nzola, non più uomo del destino.
Il Verona non ha coperto le partenze di Barak, Caprari e Simeone
Una condizione che permetteva al Verona di erodere progressivamente lo svantaggio. I vene- ti, dopo l’ottima passata stagione, avevano iniziato il campionato in modo disastroso, tra la gestione di Gabriele Cioffi e una squadra indebolita per le partenze di Barak, Caprari e Simeone, non tamponate da rinforzi ade- guati (in attacco 2 gol per Henry e uno per Djuric). L’avventura del tecnico durava 9 giornate, con 5 punti, quindi l’esonero per puntare su Salvatore Bocchetti poi affiancato da Marco Zaffaroni, causa patentino. Il nuovo ds Sean Sogliano si inventava soluzioni estemporanee a gennaio e la squadra ripartiva, dopo una potenzialmente mortifera serie di 10 sconfitte consecutive tra 6a e 15a giornata. Quanto è capitato successivamente è storia: aggancio alla 32a, Verona a +3 due giornate dopo, nuovo aggancio alla 35a, Spezia a +1 alla 36a e parità a quota 31 alla 37a, quando i veneti si fanno male da soli, incassando l’1-1 dell’Empoli nel recupero e su autogol, perdendo l’occasione di andare a un prezioso +2 alla penultima. Ora un nuovo faccia a faccia per la sopravvivenza, dopo il playout del 2007, quando lo Spezia di Antonio Soda mandò in C1 il Verona del subentrato Gian Piero Ventura.