Allenatori sull’orlo di un crepaccio. Simone Inzaghi ha evitato di cadervi dentro in questo inizio di 2023, conquistando la Supercoppa italiana e avanzando indenne in Coppa Italia. Stefano Pioli è invece lì che traballa, dopo una ripresa stordente di stagione seguita alla pausa del Mondiale: due pareggi e quattro sconfitte, dopo aver battuto in trasferta la Salernitana il 4 gennaio. Il derby si trasforma in un incrocio decisivo. Più per il secondo che per il primo, ma comunque decisivo. Anche perché Inzaghi ha sempre dimostrato di saper venir fuori con un colpo di reni dalle situazioni potenzialmente complicate, tra squadre private degli elementi più significativi (si pensi ad Hakimi, Eriksen e Lukaku la prima stagione) e momenti con serie crisi di risultati. Quest’anno lo si è visto bene in Europa, nel doppio confronto con il Barcellona che ha risollevato la squadra in un frangente difficile, mentre in Italia i nerazzurri sono stati gli unici a fermare la corsa senza ostacoli del Napoli in una (potenzialmente) pericolosa prima giornata del 2023.
Tormento Milan
Pioli, invece, ha visto i suoi sgonfiarsi come un soufflé cotto male. Un avvitamento in basso totalmente imprevedibile, avviato dalla rimonta incassata dalla Roma in pochi minuti nel finale, cui hanno fatto seguito l’eliminazionein Coppa Italia con il Torino ridotto in dieci, il pareggio in rimonta con il Lecce e poi la serie di sberle incassate senza reagire: lo 0-3 con l’Inter in Supercoppa, quindi lo 0-4 con Lazio e il 2-5 casalingo con il Sassuolo in campionato. Sconfitte che, al di là dei risultati, hanno visto in campo un Milan smarrito, incapace di reagire e invece bravo a perdersi di fronte alla prima circostanza negativa. Un universo di confusione in cui l’allenatore non ha ancora individuato una possibile via d’uscita. Per questo il derby pressa maggiormente sui rossoneri, in virtù di una classifica fattasi inaspettatamente complicata in ottica qualificazione Champions League. Per Pioli si tratta del primo di un doppio passaggio decisivo, perché al confronto con i nerazzurri seguirà il 14 febbraio l’impegno in casa con il Tottenham per gli ottavi di Champions: sbagliare solleverebbe interrogativi non preventivati nell’ambiente rossonero.
Il derby della panchina
Un derby per le squadre, un derby nel derby per gli allenatori. Perché il sorriso di Inzaghi, comunque, è sempre stiracchiato. Il motivo è semplice: la sensazione di non godere fino in fondo della fiducia che dovrebbe meritare un tecnico che, in un anno e mezzo, avrà si perso malamente lo scudetto della passata stagione, ma ha comunque giù consegnato tre trofei (due Supercoppe e una Coppa Italia) alla bacheca nerazzurra. E perché Pioli deve fronteggiare l’ingratitudine di chi oggi lo mette in discussione, dimenticando quanto offerto nella passata stagione fino alla conquista di uno scudetto che mancava dal 2011. Tutto in pochi mesi. Ma il calcio, si sa, ha memoria corta. Un derby serve anche a farla ritrovare.