ROMA - Insieme a Rafa Leao - e sempre aspettando un certo Federico Chiesa - Kvicha Kvaratskhelia è il talento più puro e cristallino che la Serie A sta mostrando in questo avvio di stagione. Arrivato al Napoli come ben sappiamo grazie al fiuto di Giuntoli, pronto ad approfittare di un prezzo crollato ai livelli di una scommessa e non di un talento già evidente, il georgiano sta ammaliando il calcio italiano ed europeo, con paragoni illustri (come quello di Francesco Repice, la voce forse più bella della narrazione calcistica dei tempi che viviamo) e giocate di altissima classe tra gol e assist in campionato come in Champions League.
In Serie A il talento non te lo perdonano
Ai giocatori in grado di fare la differenza l'Italia però purtroppo riserva un trattamento decisamente poco accogliente: li costringe a dover subire l'esaltazione dei falli, delle botte, dei difensori che di tecnica hanno ben poco e ci mettono quello che possono, cioè le maniere forti e brutali, spesso e volentieri nell'accondiscenza dei direttori di gara. E cosa succede? Che invece di essere protetto, il giocatore tecnico viene fatto passare per truffaldino, per scorretto, per tuffatore, una macchina del fango malata. I tifosi juventini lo sanno benissimo per Cuadrado, fuoriclasse assoluto sui cui lampi la Juventus ha vissuto per anni al di là dell'attuale appannamento: tuffatore, simulatore, piscinero, quanti di questi insulti al colombiano e al gioco del calcio si sono sentiti, da chi un calcio o un'entrata sullo stinco, sulle caviglie, sulle tibie probabilmente non l'ha mai vissuta in vita sua. Ora inizia la stessa tiritera per KK: ieri un Roma-Napoli e un Mancini di turno, domani chissà, con la parte più becera dei social che pensa di insultare Kvicha paragonandolo a Cuadrado. E che non si dica che è un discorso di tifo, perché lo stesso trattamento lo subisce un talento come Zaniolo, ad esempio.
Cuadrado e Kvaratskhelia: parla il Barone Causio
L'unica somiglianza di sostanza tra il georgiano e il colombiano l'aveva già individuata uno che di tecnica se ne intende, Franco Causio da Lecce, uno dei più grandi interpreti del numero 7 quando era un ruolo ben chiaro, il tornante, oggi ala, esterno d'attacco, rifinitore e stoccatore di estro e classe. "Un giocatore unico, senza pari oggi in Italia, fortissimo, senza paragoni col passato perché oggi si viaggia ad un'altra velocità. Come salta l'uomo, a quei livelli, è come il primo Cuadrado visto in Serie A", il giudizio esaltante del Barone sul 77 azzurro come le sue giocate, in dribbling al livore, ai calcioni, agli sgambetti e alle scorrettezze.